venerdì 26 gennaio 2007

Associazioni e comitati 'Laika manipola i bilanci'

Tommaso Galgani, l'Unità, 26 gennaio 2007

Come realizzare una speculazione edilizia manipolando dati: questa l'accusa del dossier 'Le carte false della Laika', preparato da Wwf, Legambiente, Italia nostra e Amat. Tre i punti contestati al progetto della variante Laika, tramite cui il comune di San Casciano concederebbe all'azienda di caravan, già titolare di un impianto industriale di 24mila mq a Tavarnelle, altri 11 ettari di terreno, 3 dei quali occupati da un capannone, presso Ponterotto. Il primo punto concerne proprio la ventilata mancanza di alternative a Ponterotto.

Per il dossier, Laika ha gonfiato i 34mila mq di destinazione produttiva del nuovo spazio, contro ogni logica di razionalizzazione che imporrebbe piuttosto un riuso delle aree di Tavarnelle. In secondo luogo, Laika ha sbandierato l'effetto traino del nuovo stabilimento nell'influenzare in positivo le vendite future; ma il Cda nel 2005 annunciò che i mercati si sarebbero stabilizzati e che l'azienda avrebbe dovuto incrementare gli utili più che il fatturato, comprimendo i costi. 'Come quindi aumenterebbero gli addetti?' sostiene Giuseppe Pandolfi di Legambiente alludendo alla mancanza di garanzie occupazionali, 'usate come ricatto da Laika per fare le sue speculazioni immobiliari'. Sulla questione, oggi a San Casciano ci sarà un consiglio comunale aperto.

'La Laika ha manipolato i dati' i comitati attaccano l'azienda

Paolo Ceccarelli, Il Firenze 26/1/2007

San Casciano. Oggi il Consiglio comunale 'aperto' sul progetto per l'edificazione del nuovo insediamento

Intanto i sindacati difendono la realizzazione della sede: 'Garanzia per i lavoratori'

'Il nuovo insediamento della Laika a San Casciano Val di Pesa avrà un impatto devastante sul paesaggio e viene giustificato con informazioni manipolate'. Con il Consiglio comunale di oggi, l'Amministrazione di San Casciano farà il penultimo passo verso l’approvazione del progetto del nuovo stabilimento della Laika a Ponterotto, ma le associazioni ambientaliste non demordono e tornano all’attacco .

LEGAMBIENTE , Wwf, Italia nostra, Amat e l’Associazione di San Casciano per la tutela dell’ambiente contestano i dati forniti dall’azienda di caravan per convincere l’opinione pubblica dell’utilità del nuovo insediamento.

'E’ stato raccontato che non esistono alternative alla costruzione dello stabilimento di Ponterotto e che la Laika ha bisogno di una nuova sede per mantenere stabile il fatturato e assumere più dipendenti – dice Giuseppe Pandolfi di Legambiente – Niente di tutto ciò è vero. La ditta di caravan è attualmente proprietaria di capannoni che non usa o sta per vendere e ai suoi azionisti l'impresa ha detto che il fatturato resterà stabile per i prossimi tre anni. Il vero problema dell'impresa è il costo del lavoro, tant'è vero che rispetto al 2000 ha ridotto il personale. Com'è possibile che una ditta che è in sofferenza a causa del costo del lavoro realizzi un nuovo insediamento per assumere più persone?'.

Queste tesi però non sono condivise dai sindacati dei lavoratori, che ribadiscono il loro parere favorevole alla nuova sede della ditta di caravan. 'La costruzione dello stabilimento – scrive la Cgil – rafforzerebbe occupazione e reddito per le oltre 400 famiglie (dei lavoratori di Laika e dell’indotto) della zona . Secondo il sindacato il nuovo insediamento migliorerà l’ambiente di lavoro e quindi le condizioni di sicurezza per i lavoratori, senza contare che la Laika rappresenta già «un punto di eccellenza per l’economia locale'.

Una posizione che non piace affatto a Legambiente: 'Siamo amareggiati per l’atteggiamento del sindacato'.

giovedì 25 gennaio 2007

Variante Laika: 'L'azienda ha manipolato le info sui bilanci'

Controradio, 25/01/2007

registrazione audio Pandolfi, Controradio

La denuncia arriva dai un pool di associazioni e comitati che oggi hanno presentato un video in cui, atti di bilancio alla mano, si proverebbe come l'azienda produttrice ed assemblatrice di camper e similari chiede di realizzare un nuovo stabilimento di Laika

La Laika ha manipolato i dati e le informazioni che riguardano il suo stato attuale e le sue previsioni economiche al fine di accreditare le finalità esclusivamente produttive dell'investimento per il nuovo insediamento di Ponterotto.

La denuncia arriva dai un pool di associazioni e comitati (da Legambiente al WWF a Italia Nostra al comitato per l'ambiente di San Casciano) che oggi hanno presentato un video in cui, atti di bilancio alla mano, si proverebbe come l'azienda produttrice ed assemblatrice di Camper e similari, in realtà, chiede di realizzare un nuovo stabilimento di 360 mila metri cubi per motivi che con la missione produttiva hanno evidentemente poco a che fare.

'I bilanci- dicono i comitati che domani interverranno al consiglio comunale aperto previsto per le 16 e 30 a San Casciano- ci dicono che non è vero che non c'erano alternative, né che l'azienda è in crescita, e nemmeno o che il nuovo stabilimento darà garanzie occupazionali'.

Per Giuseppe Pandolfi del circolo di Legambiente il Passignano 'i dati sulla reale superficie produttiva non tornano: la Liaka ha forzato i dati per ottenere concessioni su tre ettari; e poi non è vero che l'azienda ha una crisi di produzione, piuttosto non riesce a vendere e sta perdendo quote di mercato, con 10 milioni di motorom prodotti'. 'Infine- dice Pandolfi- l'azienda sta già riducendo l'occupazione'.

Secondo Pandolfi Laika intende in realtà fare un'operazione immobiliare che porterà ad una riorganizzazione dell'azienda e probabilmente anche ad una diminuzione del costo del lavoro, dunque, quasi certamente, a nuovi licenziamenti.

martedì 23 gennaio 2007

Caso Laika: c'è attesa per il consiglio comunale aperto

Greenreport, 23/01/2007

Ma il fronte del no è già critico: 'Il dibattito è convocato alle 16,30 di un giorno lavorativo, con discutibili modalità che impediscono interventi programmati'

FIRENZE. Continua la vicenda sulla variante Laika a San Casciano Valdipesa di cui greenreport si è più volte occupato. Secondo associazioni e comitati che si battono per il no al progetto la discussione finisce nel modo peggiore. Abbiamo chiesto spiegazioni a Giuseppe Pandolfi, uno degli esponenti del vasto schieramento contrario alla variante.

'Per venerdì 26 gennaio è stato convocato il consiglio comunale aperto richiesto dalle associazioni ambientaliste che chiuderà la fase istituzionale di confronto e verifica sul testo e sui contenuti della Variante urbanistica destinato a consentire a Laika un colossale affare: 326000 metri cubi di cemento che distruggeranno un pezzo del fondovalle della Pesa, ne incentiveranno la urbanizzazione e impediranno la realizzazione di un vero parco territoriale fluviale'.

Questo è quanto voi affermate nel merito. Ma cosa c’è che non va nella convocazione del consiglio?
'Il dibattito è convocato alle 16,30 di un giorno lavorativo, con discutibili modalità che impediscono interventi programmati e non ridotti a slogan da parte dei movimenti contrari all’operazione. L’amministrazione comunale - continua Pandolfi - adducendo a pretesto la radicalizzazione dello scontro e l’esposto da noi presentato alla procura della repubblica, ha inoltre rifiutato di confrontarsi pubblicamente sulle osservazioni critiche e sui dubbi che i movimenti ambientalisti sollevano in merito alle effettive garanzie occupazionali e alle reali motivazioni economiche che sottostanno a questa operazione: un brutto segnale di come esista una insofferenza verso movimenti e associazioni che non si pieghino a fare una semplice opposizione di facciata, ed una manifestazione di debolezza da parte di chi continua a dichiarare che questa variante è un atto doveroso per salvare occupazione e prospettive di sviluppo del territorio. Tutto ciò dimostra come la decisione di concedere all’impresa l’edificabilità dei terreni agricoli acquistati a Ponterotto sia stata sin dall’inizio una scelta non contrattabile, non ridiscutibile, non modificabile di cittadini e movimenti'.

Sarete presenti quindi in consiglio?
'Noi cercheremo comunque di essere presenti in aula, diffonderemo l’informazione presso la popolazione, consegneremo quel giorno ufficialmente le centinaia di firme raccolte tra i cittadini residenti e le oltre 160 firme di urbanisti, architetti e professionisti del territorio sull’appello contro la Variante'.

Qual è la situazione ad oggi?
'La maggioranza e l’Amministrazione hanno fatto muro verso qualsiasi possibilità di riduzione dell’impatto della variante - prosegue Pandolfi - rigettando tutte le osservazioni delle associazioni ambientaliste, anche quella che chiedeva semplicemente di inserire meccanismi rigidi di convenzionamento da parte dell’azienda che impedissero future riduzioni dell’occupazione o speculazioni, o quella che chiedeva almeno una riduzione delle volumetrie, visto che la stessa LAIKA ha già annunciato di voler realizzare per ora solo un capannone di 20.000 mq prendendosi però la concessione di altri 12600 mq edificabili che ovviamente saranno vendibili in qualunque momento anche in caso di rilocalizzazione dell’azienda, incrementando perciò il valore della proprietà. Su 25 osservazioni alla Variante presentate da cittadini e associazioni - conclude Pandolfi - l’unica recepita dalla Amministrazione è stata quella della Laika, che chiedeva di ridistribuire in maniera più confacente ai suoi interessi il verde pubblico all’interno dell’azienda»'

Nello spazio concesso alle associazioni ambientaliste e comitati, parleranno in consiglio Fausto Ferruzza (direttore regionale Legambiente), Maria Rita Signorini (Consigliere nazionale Italia Nostra), Luca Ragazzo (Consigliere provinciale, Federazione dei verdi), Alberto Magnaghi (Presidente Rete Nuovo Municipio).

lunedì 22 gennaio 2007

Esposto alla Procura della Repubblica di Firenze

(22 Gennaio 2007)

I sottoscritti firmatari, cittadini residenti e rappresentanti o esponenti delle associazioni di tutela e salvaguardia dell'ambiente sottoelencate, segnalano alla Procura di Firenze alcune caratteristiche dell'iter che ha condotto il Consiglio Comunale di San Casciano in val di Pesa alla DELIBERA CONSIGLIO COMUNALE N. 41 DEL 13.06.2006, avente per oggetto 'P.R.G: Accordo di pianificazione per la Variante al PRG ed integrazione Piano Strutturale e contestuale Variante al P.T.C. Provincia di Firenze per individuazione zona per attività produttiva in località Ponterotto. Ratifica intesa preliminare ai sensi dell'Art. 22 L.R. n. 1/05 Adozione di variante al PRG, adozione di variante al Piano di classificazione acustica'. Fermo rimanendo che spetta alla Procura stessa l?eventuale acquisizione di atti, e la valutazione sulla sussistenza o meno di irregolarità, si rappresenta quanto di seguito

PREMESSO

Che la delibera in oggetto riguarda la realizzazione di una zona D per attività produttiva in località Ponterotto finalizzata ad ospitare uno stabilimento industriale della società LAIKA CARAVANS.

Che le associazioni sottoelencate hanno sin da subito manifestato la propria contrarietà al progetto in riferimento, criticandone tanto il merito, per motivi di carattere paesaggistico-ambientale, quanto il metodo, che stravolge quelle che a nostro avviso sono le corrette prassi di formazione degli strumenti urbanistici.

Che su tale questione di legittimità della procedura è stata presentata da alcune associazioni ambientaliste una osservazione alla Delibera di adozione da parte del Comune di San Casciano (ALLEGATO 1), osservazione alla quale l'ufficio tecnico ha risposto dichiarando (ALLEGATO 2, pag 19):
'Premesso che nell'osservazione non si ravvisano aspetti di rilevanza tecnica, anche in mancanza di specifici riferimenti in ordine alle norme che si presumono violate, per quanto di competenza si ribadisce che l'Ufficio ha condotto le procedure di variante nel rispetto delle norme nazionali e regionali vigenti. Pertanto non si ravvisano elementi di illegittimità che supportino la richiesta di annullamento della procedura di variante, ferme restando le altre considerazioni che però non assumono rilevanza di natura tecnica.'

Che in tale maniera l'ufficio tecnico ha di fatto eluso la questione posta nella osservazione, che non riguarda problemi inerenti la procedura a seguito della prima delibera ufficiale di avvio del procedimento (del. CC n131 del 7/06/2004, ALLEGATO 3), ma la modalità con la quale si è giunti a definire e perimetrare la superficie oggetto di Variante, che corrisponde esattamente alle proprietà agricole acquisite da LAIKA nel 2002 successivamente a primi contatti con le amministrazioni locali. (ALLEGATO 4: sovrapposizione catastale).

SI ESPONGONO ALL'ATTENZIONE DELLA PROCURA I SEGUENTI FATTI:

- Nel 1997 il Comune di Tavarnelle concede alla Laika, con una variante ad hoc, di realizzare su una superficie coperta di 6500 mq su due piani (per totali 13000 mq di superficie) la sede di Laika 3: un capannone che dovrebbe rispondere alla esigenza manifestata dalla azienda e dalle maestranze di ovviare alla problematica situazione logistica dell'impresa: 6 capannoni localizzati in tre diversi lotti distanti tra loro, tettoie in amianto fatiscenti, temperature estive proibitive (a tale variante viene dato parere favorevole persino dalle associazioni ambientaliste).


- Nel 2000 la dirigenza dell'impresa fa presente che ritiene non adeguato il capannone ottenuto in variante, che viene però realizzato. Cominciano contatti non formali e non ufficiali con le amministrazioni di San Casciano Val di Pesa e di Tavarnelle. Di ciò fa fede una dichiarazione resa (e registrata) dall'allora sindaco Pietro Roselli nel Consiglio Comunale di San Casciano svoltosi in data 13/6/2006, che data appunto al 2000 l'inizio della ricerca di nuove soluzioni localizzative e dell'impegno in tal senso delle amministrazioni locali.
- Il 9 settembre 2002 si riunisce il CdA della LAIKA (ALLEGATO 5: Verbale CdA), e il nuovo presidente del CdA, Hans Jurgen Burkert, dichiara alla nuova dirigenza dell'azienda (rilevata dal gruppo tedesco Hymer) come 'l'utilizzo dello stabilimento noto come 'Laika 3 nuovo', di recente ultimazione, non sia compatibile con gli attuali progetti di ottimizzazione della filiera produttiva'. Burkert propone al CdA di vendere l'immobile appena realizzato (valutato dalla Gabetti tra 12 e 12,9 milioni di Euro) per avviare il nuovo progettato stabilimento industriale, da finanziarsi in parte con la vendita dello stabilimento appena realizzato in variante urbanistica a Tavarnelle e MAI USATO PER FINI PRODUTTIVI.

Burkert dichiara di avere già i contatti con i finanziatori e '..con alcune imprese edili anch'esse interessate alla realizzazione del progetto'. Illustra inoltre '..l'attuale situazione urbanistica dell'area nonché le possibili soluzioni edificative già studiate e sottoposte a un vaglio preventivo delle autorità locali'. Burkert si spinge inoltre sino a dichiarare che 'Il nuovo complesso sorgerà su di un'area di circa 150000 mq nel comune di San Casciano Val di Pesa (Firenze) poco distante, quindi, dall'attuale sede e sarà realizzato per il 2004, si prevede per l'agosto 2004 il trasferimento di sede'.

Dal punto di vista urbanistico l'area è al momento AGRICOLA, quindi lo stabilimento non si potrebbe fare.
- In quella sede il CdA delibera all'unanimità di seguire la strada proposta dal presidente, delibera quindi di procedere a riscatto anticipato e immediata vendita dello stabilimento appena realizzato a Tavarnelle, e di acquistare per una cifra di circa 3,5 milioni di Euro i terreni agricoli in località Ponterotto per i quali vengono puntualmente indicate le proprietà. Vengono conferiti al consigliere Heinric Dumpe i necessari poteri per compiere tutti gli atti necessari, e infatti sarà Dumpe a siglare i contratti e a confrontarsi con la comunità locale.

- Nel mese di ottobre 2002 vengono siglati i preliminari dei terreni (ALLEGATO 6: preliminare con sigg.ri Ricci), il terreno in quel momento agricolo viene acquistato ad un prezzo tra i 20 e i 23 Euro al mq, prezzo ben distante dal valore di un terreno fabbricabile industriale che nella zona del Chianti si aggira tra i 90 Euro/mq (pagati da artigiani per la adiacente zona artigianale del Ponterotto) e i 200 Euro/mq di stime di mercato tra Poggibonsi e Empoli. Gli acquisti vengono perfezionati entro dicembre e dalle visure catastali (ALLEGATO 7) risultano di proprietà Laika da atto pubblico del 10/12/2002. Poiché su questo punto dell'acquisto terreni sono stati chiesti da più parti chiarimenti alla Amministrazione Comunale, LAIKA ha prodotto in data 8/06/2006 un documento (ALLEGATO 8) nel quale dichiara un costo finale di acquisto, comprensivo di tasse e oneri, di euro 4.574.000, voce che collima con la messa in bilancio di Laika nel 2003 di euro 4.274.500,62 per acquisto immobili e terreni (ALLEGATO 9).

- Solo il 31 marzo 2003 viene votato in Consiglio Comunale di San Casciano un documento di indirizzo (il primo atto ufficiale) che invita la Giunta Comunale ad attivarsi per questo progetto di nuovo insediamento.

- Poiché San Casciano non ha ancora adottato il Piano Strutturale, questo strumento viene predisposto in modo da poter poi consentire l'avvio immediato della variante, ossia nella versione finale del Piano Strutturale adottato dal C.C. (29/3/2004) si inserisce la previsione di insediamento produttivo dando titolarità a dei volumi, cioè non si parla di generico insediamento produttivo, ma si esplicita in uno strumento di pianificazione, art. 14.2, che sono previste ulteriori ampliamenti delle zone produttive '..nell'ambito del vigente PRG (Le Mandrie, Calzaiolo) e anche oltre (eventuale stabilimento Laika)? (ALLEGATO 10). Per chiarire l'aspetto paradossale della vicenda, se LAIKA si fosse tirata indietro e si fosse fatto avanti un altro imprenditore con pari garanzie occupazionali, pur acquistando i terreni non avrebbe potuto edificare su quella zona in quanto i volumi 'hanno un nome e cognome? e solo un'altra variante avrebbe potuto sbloccare la cosa.

- Nel giugno del 2004 parte con delibera di G.C n 131 l'avvio del procedimento di variante ai sensi dell?art. 40 LR 5/95.
- Nel luglio 2006 la giunta comunale risponde con un manifesto pubblico alle accuse da più parti avanzate sulla correttezza del procedimento di variante, con un testo che recita in questo modo: 'Riguardo all'acquisizione del terreno occorre chiarire quanto segue: la trattativa si è svolta direttamente tra le parti e si ritiene che l'accordo abbia soddisfatto entrambe, il che significa che non si è agevolato né la speculazione fondiaria, cioè i venditori i quali naturalmente, al momento della vendita, erano consapevoli che Laika non acquistava quel terreno 'per coltivar carciofi', né la parte acquirente cioè Laika in quanto consapevole che l'amministrazione comunale avrebbe posto dei vincoli alla destinazione produttiva per molti anni, evitando così eventuali appetiti speculativi.' (ALLEGATO 11).

- In un articolo pubblicato su Metropoli del 20 ottobre 2006 (ALLEGATO 12), sempre in risposta alle polemiche sul percorso di formazione della variante, l'ex sindaco Pietro Roselli rivendica apertamente la paternità della localizzazione dell'intervento, ed in risposta a specifica domanda sull?argomento dichiara apertamente che '..noi che siamo stati fin da subito in questa partita, abbiamo deciso che potevamo trovare spazi laddove fin dal 1985, abbiamo una zona industriale (Ponterotto), che è stata ridotta per non dare spazi e 'sponde' a chi viene da fuori'. Si allega per completezza anche l'articolo della associazione 'Legambiente' pubblicato nella edizione del 27 ottobre della rivista che risponde a tali affermazioni ponendo delle questioni sulla trasparenza del percorso.

TUTTO CIÒ PREMESSO, I SOTTOSCRITTI CHIEDONO
che la S.V.Ill.ma voglia indagare se nei fatti sopra esposti possano ravvisarsi ipotesi di reato, individuando gli eventuali responsabili. Chiedono inoltre che, qualora accerti violazioni di legge, voglia prendere tutti quei provvedimenti atti a far cessare eventuali comportamenti non regolamentari e pregiudizievoli per l'ambiente e il territorio.

I sottoscritti chiedono di essere informati circa l'eventuale richiesta di archiviazione, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 408, comma 2, c.p.p., e sull'eventuale richiesta di proroga del termine delle indagini preliminari, ai sensi dell'art. 406, commi 3 e 5, c.p.p..(1). Ove il Pubblico Ministero ritenga di procedere con decreto penale, dichiarano di opporsi.


Paolo Sorgentone Circolo Legambiente 'Il Passignano'
Giuseppe Pandolfi Circolo Legambiente 'Il Passignano'
Guido Scoccianti WWF
Claudio Greppi Italia Nostra
Franco Bolognesi Associazione San Casciano per la tutela dell'Ambiente
Giovanni Ricasoli Firidolfi Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico ONLUS
Stefano Mazzoni AMAT Montespertoli
 

Far tornare le api a volare a San Casciano!

L’ape, il simbolo della nostra lista, richiama l’obiettivo di far tornare le api a volare a San Casciano. Un mondo senza api non è a misura d’uomo, è avvelenato e ostile alla vita. L’ape sarà anche il nostro modello di comportamento: le api sono laboriose, sociali, pacifiche e hanno bisogno di un ambiente pulito.

San Casciano Val di Pesa • Laboratorio per un’Altra San Casciano