venerdì 14 ottobre 2011

Caso Laika. Rifondazione fa quadrato a sostegno della "linea San Casciano"

Matteo Pucci, Metropoli, 14 ottobre 2011

Nessun ripensamento dai livelli regionali e provinciali del partito
Cristiano (segretario regionale): "In colonica ci stanno quelli del PD"

Non ci sono "comunisti da colonica" come li aveva definiti il consigliere comunale Pd Letizia Giuliani nella seduta del 29 settembre, quando si era discusso del caso-Laika a San Casciano...
... Sul lavoro e Laika Malpezzi sottolinea di essere "da sempre a sostegno e in difesa dei lavoratori e delle attività produttive, per cui ci dichiariamo comunque felici che il presidio Laika venga mantenuto. Ma è il segno del fallimento di una parte del centro-sinistra che amministra i territori senza affrontare il nodo della tutela ambientale".
Anche il capogruppo del Prc in Provincia, Andrea Calò, parla di "accuse strumentali" e accusa il Comune di San Casciano di "non aver mai brillato per attenzione ai temi ambientali"...

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San Casciano, la legge travolta da un camper


Archeologia in rovina, 12 ottobre 2011

Sarà una moda, questa di spostare resti archeologici, se non interi edifici, lì dove fa più comodo metterli? O sarà un messaggio nemmeno tanto velato che il mondo moderno, l’Italia che avanza e che guarda al futuro, manda al mondo dell’archeologia, per dire che basta, si cambia pagina, e degli antichi non frega più niente a nessuno?

Dopo i casi di Modena e Roma, mi segnalano il trasloco forzato di una casa etrusca e di parte di una villa rustica romana nella Val di Pesa, dove il gruppo Hymer ha acquisito l’azienda Laika (quella dei camper) e ha chiesto e ottenuto una conversione di un terreno agricolo in industriale su un terreno a Ponterotto, nel comune di San Casciano, per costruire nuovi e più ampli capannoni industriali – un vero ecomostro - in piena campagna chiantigiana. Durante gli scavi per la realizzazione dei nuovi capannoni, nel 2010, sono emersi importanti resti archeologici ma, come per magia, nel mese di agosto 2011 la Giunta comunale di San Casciano ha approvato una delibera sfacciata, dal titolo ‘Approvazione accordo per la disciplina dei rapporti per la rimozione, ricollocazione, restauro e valorizzazione delle strutture archeologiche rinvenute in località Ponterotto‘ che decreta che qualunque ostacolo archeologico sarà ritrovato a Ponterotto verrà rimosso e rimesso insieme altrove.

Dal mese di aprile 2010 il consigliere comunale Lucia Carlesi chiedeva un chiarimento in merito agli scavi in atto nel sito, e l’Amministrazione comunale e la Soprintendenza rispondevano che, una volta chiusa l’indagine archeologica, sarebbe stata resa nota la relazione finale circa l’entità dei ritrovamenti che non è mai arrivata. In realtà già dal giugno del 2010 il gruppo Hymer aveva già ottenuto che i reperti fossero rimossi e ricollocati, ma nessuno ha agito con trasparenza e spiegato cosa stava accadendo.

La Carlesi ha presentato il 29 settembre scorso in Comune un ordine del giorno per chiedere la revoca della delibera, ma il consiglio comunale (guidato dal Sindaco Pescini, eletto da PD, Italia dei Valori, Sinistra per San Casciano) ha votato compatto contro.

Oggi sul sito della Provincia di Firenze è pubblicato un comunicato che dichiara sconfitta la legislazione dei Beni Culturali in Italia, con una sfrontatezza che è riassunta in questa frase ottusa:”La scelta dell’amministrazione comunale e delle parti coinvolte è stata quella di coniugare lo sviluppo economico del territorio consentendo la costruzione dell’azienda Laika e mantenendo circa 1300 posti di lavoro in situ fra dipendenti e indotto, nel massimo rispetto del paesaggio esistente, e la valorizzazione evitando in tutti i modi la ormai superata e obsoleta idea della contrapposizione fra ritrovamento archeologico e ‘vita quotidiana e contemporanea’. Una scelta che è specchio senso pubblico dell’amministrazione: garantire il lavoro nel proprio territorio e, nello stesso tempo, valorizzarne le risorse storico-culturali.”

Un pensiero e un linguaggio forzaitalioti, uno scempio da non dimenticare, la prossima volta che si va in cabina elettorale.


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Il paesaggio è pane, ma alla sinistra piace poco

di Tomaso Montanari, Il Corriere Fiorentino, 11 ottobre 2011

Alessio Gramolati, segretario della Cgil toscana, non si capacita di come si possa, in tempi di crisi, lottare perché un capannone della Laika non distrugga un sito archeologico a San Casciano.

"Non ci convincono coloro che vedono la Toscana unicamente come terra del buon ritiro, e non una regione dove investire". Non si poteva rispondergli meglio di come ha fatto, su questo giornale, Eugenio Tassini: "La soluzione non è scegliere tra Laika e Etruschi, ma scegliere Laika e Etruschi".
Tassini scrive ancora che "siamo tutti stretti tra la necessità di lavorare (e pensare a uno sviluppo industriale) e l'urgenza di conservare quel che ci resta di bellezza, di storia, di cultura, di Toscana insomma".

Sacrosanto, ma si può anche andare oltre. Forse Gramolati non lo sa, ma la scelta che lui prospetta non è quella tra "sviluppo" (che lui sottintende: "di sinistra") e "bellezza" (che gli sa "di destra", e gli fa venire in mente i pensionati in cashemire). No, i veri termini della scelta che Gramolati vorrebbe imporci sono "sviluppo" ed "eguaglianza".
Già, perché il patrimonio storico e artistico e il paesaggio non sono beni di lusso per pochi: tutto il contrario. Se fossero lusso o intrattenimento, la Costituzione non li difenderebbe nei suoi principi fondamentali. Infatti, l'articolo 9 non fu imposto dalla destra, ma fu fortissimamente voluto da un costituente comunista, Concetto Marchesi. Il patrimonio e il paesaggio sono forse i più straordinari strumenti di uguaglianza: e lo Stato li difende perché il lavoratore della Laika possa accedere gratuitamente - e non da "ospite", ma da "proprietario" e "sovrano" - ad un polmone di vita spirituale e culturale che altrimenti non potrebbe permettersi. Gli Etruschi, insomma, servono a vivere meglio, a liberarci dal dominio del mercato, a dare orizzonte alla nostra esistenza: non sono un lusso per chi si ritira a vivere di rendita in Toscana, ma sono il pane spirituale di chi la Toscana la costruisce ogni giorno con il proprio lavoro, ma non vuole esaurire tutta la propria vita nel lavoro.

E se la politica non riesce a tenere insieme "sviluppo" ed "eguaglianza" (cioè a spostare un capannone e a non distruggere gli Etruschi), fallisce nel suo compito principale, che è quello di gestire la complessità, senza scorciatoie. E se l'alternativa tra "sviluppo" ed "eguaglianza" viene teorizzata dal segretario del sindacato di sinistra di una regione governata dalla sinistra, è inevitabile chiedersi non a cosa servano gli Etruschi, ma a cosa serva la politica.

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L'articolo di Eugenio Tassini a cui si fa riferimento
L'intervento di Alessio Gramolati, Segretario Generale CGIL Toscana

Ostinazione

Riceviamo questa bella lettera che pubblichiamo.

Ciao,

domenica essendo un pò più rilassata e libera sono andata a camminare nelle zone dei miei genitori e dei miei nonni, e non ho potuto fare a meno di fotografare il paesaggio che fra qualche anno sicuramente non sarà più così anche se non è al top della pulizia, comunque me lo voglio ricordare senza fabbriche e soprattutto senza fabbriche industriali che oltre a deturpare il paesaggio inquineranno il territorio, l'aria ed i fiumi.

Mi è ritornato alla mente tutta la vicenda "Laika" e posso sinceramente affermare che, se anche non si fossero ritrovati i famosi reperti archeologici, sono fermamente contraria all'insediamento ed al danneggiamento industriale del territorio. Se fosse l'unica zona libera, allora potrei capire, ma con tutte le fabbriche industriali dismesse ed abbandonate a causa della crisi economica che ci sta divorando, ed alle aree molto più consone a livello territoriale e logistico, perchè dobbiamo deturpare una delle poche ed ultime zone belle rimaste?

La Signora Giuliani nel suo comunicato, lo chiama "accanimento politico", ma a me sembra più il suo un accanimento contro l'ambiente come se sotto, sotto avesse da perseguire alcuni suoi interessi personali. Mah, è molto giovane, immatura ed inesperta ed appella, con faciloneria, coloro che difendono il territorio "comunisti da colonica". Lei sicuramente lo dice per far colpo su chi l'ascolta ed usa i lavoratori ed il lavoro come degli "scudi umani" per strappare l'applauso... Mentre nessuno fa il comunista da "Colonica", perchè vorrei dire e ribadire alla Signora Giuliani che nessuno MAI ha fatto più sacrifici della mia famiglia e della sottoscritta. Sono sicura che lei parla perchè le piace sentirsi "parlare", frasi fatte di grande effetto demagogico, mentre sicuramente non ha mai lavorato e non conosce i sacrifici, quelli veri: lavorare sodo, alzarsi presto la mattina ed andare a letto a notte fonda, ma non per divertimento.... Prima deve prendere atto delle cose poi parlare!!.. Sicuramente non è certo lei che ha la "CULTURA DEL LAVORO" come asserisce, o quantomeno non sembra.

I resti archeologici, non sono "l'ennesimo appiglio" come dice, ma è solo un "prendere coscienza del patrimonio primario": il territorio, l'ambiente, la storia, noi in quanto individui che discendiamo da una certa cultura!
Non vogliamo confinare i lavoratori fuori da questo territorio, ma in un momento particolare ed economicamente drammatico come quello in cui viviamo, sarebbe meglio valutare aree industriali dismesse, fabbriche chiuse per fallimento, in zone più comode, ottimizzando anche i costi e spese, rivalutando e preservando, invece, le zone d'importanza culturale, storico ambientale per incrementare il turismo ed aiutare quelle povere strutture turistiche che stanno morendo per mancanza di risorse, visto che il Comune non fa niente per tutelarle.
Soprattutto non riducendo tutto a masse grigie, inquinate, deturpate, ricolme di spazzatura.

Per esempio in questi giorni è stato inaugurato il primo percorso, la "strada Franchigena" che si staglia fra S. Gimignano e Monteriggioni. Forse per la Signora Giuliani non rappresenterebbe che una "viottola" in mezzo ad un campo, perchè non riconosce, forse perchè non "sa" cosa ha rappresentato la via Franchigena fino dall'antichità. Forse a lei non dice niente che quel semplice sentiero di campagna portava fino a Gerusalemme e migliaia di pellegrini lo hanno percorso?
Anche il vescovo Singerico nel X secolo percorse da Canterbury per giungere a Roma e rappresenta una delle testimonianze più significative per chi ama la storia. Perchè non costruiscono attraverso una bella fabbrica? Perchè forse, lì ci sono persone più sensibili, che amano la tutela dell'ambiente, della storia, e soprattutto non sono "corrotte"! Difendere il territorio significa anche responsabilità nei confronti dei cittadini, amore e tutela del patrimonio primario, rivalutandolo per convertirlo in ricchezza,senza deturparlo.

La Signora Giuliani che ha tanta energia da sprecare e tanto fiato perchè non organizza, mettendosi in testa, per darne il buon esempio, un gruppo di persone volenterose che raccoglie i rifiuti, che la gente maleducata ed ignorante abbandona lungo i cigli delle strade forse anche per mancanza od insufficienza di cassonetti della spazzatura. Se prende la macchina e fa un giro intorno a San Casciano, si accorgerà, che ci sono strade sconnesse, o franose come quella appena fuori San Casciano in direzione Firenze: sono due anni che c'è una frana, che di buio può essere anche pericolosa, ma il Comune si è solo limitato a transennarla.

Io, per esempio, ogni volta che vado a camminare mi porto dietro un sacco della spazzatura, lo faccio pieno e lo porto al cassonetto. Faccio questo, perchè amo la mia terra, ci tengo come se fosse casa mia, lo faccio per me, per la mia famiglia, per i miei concittadini, per quelli che vengono da fuori a visitarci, per dimostrare loro, che nonostante tutto, la zona in cui viviamo è "Meravigliosa". Se tutti facessero così non ci sarebbero mai discussioni e tutto sarebbe molto più vivibile... e non pieno di carte, bottiglie, lattine abbandonate nei campi e sui cigli delle strade. Non c'e nessun RISPETTO!!

Poi lo ripeto fino all'ennesima volta che l'archeologia non è un escamotage ma è solo la rivalutazione dei tesori che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità. Non ho niente contro il lavoro ed assolutamente niente contro i lavoratori! Anzi, io faccio parte di loro! Ma se Laika avesse "battezzato una zona più adatta per insediarsi, sarebbero già trascorsi 10 anni di attività e no di stallo! C'è solo una grandissima ostinazione da parte sua, del Sindaco, dei Consiglieri, e non me lo toglie nessuno dalla mente, ma mi fa presagire che sotto, ci siano degli interessi diversi da quelli di fare del bene ai "lavoratori" perchè se ciò fosse, le avrebbero già perseguito una strada più concreta e soprattutto più veloce, sicuramente diversa, nell'interesse dei lavoratori stessi. Mi dispiace solo che hanno riempito loro la testa, facendoli credere che il lavoro avrà un seguito solo sul territorio del Ponterotto, perchè se fosse designato un'altra zona l'incantesimo cesserebbe??
Scusatemi, ma la penso così.

Salutoni.

Lettera firmata.

giovedì 13 ottobre 2011

15 Ottobre 2011 Manifestazione globale dei cittadini



Sabato 15 Ottobre a Roma è organizzata una GRANDE manifestazione contro le misure economiche e sociali prese in questo importante e delicato momento, e per rilanciare proposte alternative.

In tanti altri paesi del mondo il 15 Ottobre si scenderà in piazza per chiedere in maniera forte un cambio di rotta di cui le nostre società hanno bisogno. http://15october.net/
http://www.youtube.com/watch?v=4y3X2VFruLM

Chi manifesta chiede invece di poter mettere in campo altre politiche:

contro le speculazioni finanziarie,
contro l'evasione fiscale,
contro le spese per gli armamenti,
per la tutela dei diritti dei lavoratori,
per una economia ambientalmente e socialmente sostenibile.

"Gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri,
chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!”

Leggi l'Appello compelto sul sito:
http://15ottobre.wordpress.com/appello-manifestazione-15-ottobre-2011/

La bellezza - I Cento Passi

Firenze: 5 denunciati perché difendono l'esito referendario alla staffetta di Federutility

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua e il Movimento Toscano per l'Acqua

Pubblica apprendono dal sito della Questura di Firenze e dalla stampa locale della denuncia a cinque attivisti per violenza privata a Pietro Mennea a seguito della contestazione alla tappa fiorentina della cosiddetta “Staffetta dell'acqua” di Federutility.

Riteniamo la denuncia un atto esagerato e intimidatorio, volto a scoraggiare le future azioni di protesta contro una manifestazione che viene propagandata come “in continuità con i referendum” ma che in realtà distorce e mistifica quando il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e il Comititato Promotore 2 Sì per l'Acqua Bene Comune hanno fatto per la vittoria referendaria.

Si tratta di una manifestazione propagandistica pubblica pagata con le bollette degli utenti. Il Comitato Toscano ha rappresentato la sua giusta indignazione nei confronti di Federutility e di Publiacqua Spa che sembrano comportarsi in Toscana come veri e propri padroni dell'acqua. Lo hanno fatto a nome di un milione e settecentocinquantamila cittadini toscani che hanno votato ai referendum del 12 e 13 giugno 2011 e che non hanno ancora visto dalle amministrazioni e dalle società passi concreti per l'attuazione del risultato referendario. In Toscana, come nel resto d'Italia, dobbiamo sorbirci passerelle di politici, manager e personaggi pubblici che si intestano il successo dei referendum invece che procedere al taglio del 7% di remunerazione del capitale dalle bollette dell'acqua come richiesto dal secondo quesito referendario.

Denunciare 5 persone a Firenze è come denunciarne un milione e settecentocinquantamila in Toscana e ventisette milioni in Italia.
Se si vuol far rispettare veramente la legalità non si proceda verso i nostri attivisti ma si imponga alle società che gestiscono il servizio idrico l'attuazione della volontà popolare.


Roma - Firenze, 7 ottobre 2011


Forum Toscano dei movimenti per l'acqua, Comitato Toscano 2 Si per l'Acqua Bene Comune, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Così saranno recuperati i resti romani...


In un articolo apparso sull'Unità (12/10/2011) l'"elogio" della capacità del Comune di San Casciano di conciliare lavoro e "valorizzazione dei reperti archeologici" viene illustrata da questa immagine. Quando l'arroganza è tale che non ci si accorge neanche più del ridicolo: questo sarà il modo in cui (al costo di 400.000 euro usciti per la gran parte dalle tasche dei cittadini sancascianesi) a Ponterotto verrà "valorizzata" l'area. Un disastro che può essere evitato.


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Laika, ultimo atto?

Edoardo Lusena, 
Corriere Fiorentino, 12 ottobre 2011

Laika, prendere o lasciare - "Questo è l'ultimo treno"
Presentato il progetto del nuovo stabilimento a Ponte Rotto. Traslocano i reperti etruschi. Marson: così si rischia il ridicolo


SAN CASCIANO — Laika, ultimo atto? La vicenda del nuovo stabilimento industriale nel Chianti, tra scavi etruschi e romani da ricollocare fuori del sito originale, e un migliaio (tra dipendenti e indotto) di lavoratori interessati, ha vissuto l’ennesima puntata martedì nella sala consiliare del Comune di San Casciano. Presentazione in pompa magna del progetto contestato da associazioni ambientaliste, comitati e già prima di essere nominata assessore regionale all’urbanistica, da Anna Marson (che i dubbi sull’opportunità di quel maxistabilimento a Ponterotto continua ad averceli eccome). Il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini ieri pomeriggio ha convocato proprio tutti, o quasi: i vertici dell’azienda e le parti sociali: da Cgil a Cna a Confindustria con il presidente regionale Antonella Mansi.

L’atmosfera è da ultimo treno, quello da non perdere: «Sarebbe un suicidio rinunciare — dice secco Pescini — il Chianti Felix non esiste, i dati parlano del 16% di disoccupazione nella zona». Da prendere o lasciare, senza alternative. I reperti etruschi e romani, che pure sembrano di notevole importanza non possono restare dove etruschi e romani avevano costruito. Ma saranno traslocati a spese del Comune e della Laika altrove. Non troppo lontano dal megastabilimento (circa 100 metri), in un’area verde vicino alla statale. Impossibile lasciare i reperti dov’erano. lo stabilimento viene prima di tutto. E lo si è capito bene dalle parole dell’ad di Laika, Jan de Haas: «Dopo sette anni siamo ancora a Tavarnelle, non è semplice spiegarlo ai proprietari, lo accettano per il momento perché credono nel potenziale dell’azienda ma ora non abbiamo più la pazienza e non possiamo più permetterci il lusso di aspettare. Non c’è un piano b, ma dobbiamo farlo adesso».

Il sindaco ripete «trasparenza» come un mantra: «Il percorso è stato trasparente in ogni sua fase: da quella urbanistica, a quella edilizia fino a quella culturale». Stime di massima e cautela sui prossimi passi: «Aspettiamo autorizzazioni — aggiunge — vorremmo aprire l’area espositiva nel giugno 2013. I costi di trasferimento? Attorno ai 400 mila euro, incontreremo Laika per dividerci compiti e oneri, ma è chiaro che dovrà farsene carico anche il Comune». C’è anche Sestilio Dirindelli il sindaco di Tavarnelle, presto «orfana» di Laika : «La dignità di questo territorio è legata al lavoro, oltre il 41% del pil viene dal manifatturiero, altro che cartolina. Quando ci chiesero di spostare la produzione dai 5 capannoni attuali in un unico grande stabilimento, cercammo ogni soluzione: da noi fu impossibile. Si è parlato di speculazione, ma gli stabilimenti attuali manterranno la vocazione industriale, così come sulla nuova area c’è un vincolo quarantennale».

Una nota del vicepresidente di Confindustria Firenze Riccardo Spagnoli parla di occasione da non perdere. Il sindaco parla di ottimi rapporti con la Regione e non offre sponde sull’assessore Marson, contraria al progetto ben prima di entrare nella giunta Rossi, ma la responsabile dell’urbanistica a Controradio ha ribadito: «Da cittadina vorrei più chiarezza. L’effetto ridicolo del progetto potrebbe nuocere al brand Chianti». Riconosce che ormai le competenze regionali sono marginali, ma augura «che la giunta intervenga eventualmente per assicurarsi che l’operazione dal punto di vista scientifico stia in piedi».

Il Comune esclude la possibilità di rimodulare il progetto usando le zone dell’area Laika non edificate per mantenere in loco i reperti: «Sarebbe da ripetere tutta l’analisi di sostenibilità, senza pensare al fatto che le zone senza capannone servono per interventi di mitigazione imposti da noi e un giorno potranno essere il sito di un’espansione della Laika che lo stesso Comune auspica». L’applauso — vero e proprio — del mondo sindacale e di categoria è unanime: «Li vogliamo anche noi i nostri bei tramonti — dice il segretario regionale della Cgil Alessio Gramolati — ma poi ci devono anche essere delle albe fatte di lavoro».

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martedì 11 ottobre 2011

Il paesaggio è pane. Ma alla sinistra piace poco

Il Corriere Fiorentino, 11 ottobre 2011

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lunedì 10 ottobre 2011

Gli Etruschi e la CGIL

Eugenio Tassini, Corriere Fiorentino, 10.10.2011

Uno stupito Alessio Gramolati si domanda sull’edizione fiorentina di La Repubblica di ieri come sia possibile di questi tempi (fabbriche che chiudono, operai in cassa integrazione, economia che stenta, investimenti che non arrivano) perder tempo a discutere di quattro cocci etruschi e romani trovati in mezzo al campo dove la Laika (d’accordo il Comune di San Casciano), vorrebbe costruire il suo nuovo stabilmento. Si perde inutilmente tempo (dieci anni) e si rischia di far perdere la pazienza ai manager e ai padroni della multinazionale tedesca. Fin qui Gramolati potrebbe anche aver ragione.

Sicuramente l’aveva un tempo, quando la sensibilità e l’attenzione per il consumo del nostro territorio era un valore meno importante di altri. Però poi, proprio alla fine, il segretario della Cgil si lascia un pò andare. E dopo aver scritto che non ha nulla contro gli etruschi (e ci mancherebbe altro), «popolo gaudente e laborioso», sostiene che il ritardo nella costruzione della fabbrica di camper è colpa di quelli che vedono la Toscana «unicamente come terra di buon ritiro, e non regione dove investire». Insomma quelli coi golfini di cashmere e il rustico ristrutturato in collina. Che sarebbbero poi gli stessi che non vogliono la Tirrenica costruita sull’Aurelia che taglia in due la Maremma, il rigassificatore a Rosignano davanti ai bagni, i campi «coltivati» a pannelli solari, il resort al parco di Rimigliano, i tralicci di Terna sulle colline del Valdarno, le pale eoliche davanti a Viareggio. Oppure che si fermano alle Cascine un momento a guardare quanto è brutta la scatola grigia del Nuovo Maggio.

La questione è più drammatica della contrarietà di quattro vecchietti ricchi in collina che non vedono più bene il tramonto. E purtroppo per Gramolati coinvolge tutti noi, anche se non abbiamo cashmere e villette, e neanche tramonti. Però abbiamo scoperto la bellezza, e che anche questa è una risorsa. Una volta era semplice: se un grande imprenditore voleva investire gli davi quello che voleva, consumavi (a volte sciupavi) la tua terra (anche per sempre), ma avevi lavoro. Oggi sono cambiati la nostra sensibilità, attenzione, sistema di valori.

La Solvay si è inventata Rosignano, e ha dato di che vivere a migliaia di persone. Ma oggi nessuno si sognerebbe di consegnare un pezzo di costa e di bellezza e di spiagge a una fabbrica anche se importante. Così siamo tutti stretti fra la necessità di lavorare (e pensare a uno sviluppo industriale) e l’urgenza di conservare quel che ci resta di bellezza, di storia, di cultura, di Toscana insomma.

In realtà, e qui sta l’errore di Gramolati, in entrambi i casi si pensa al futuro. E la soluzione non è scegliere fra Laika e etruschi, ma scegliere Laika e etruschi.
 

Far tornare le api a volare a San Casciano!

L’ape, il simbolo della nostra lista, richiama l’obiettivo di far tornare le api a volare a San Casciano. Un mondo senza api non è a misura d’uomo, è avvelenato e ostile alla vita. L’ape sarà anche il nostro modello di comportamento: le api sono laboriose, sociali, pacifiche e hanno bisogno di un ambiente pulito.

San Casciano Val di Pesa • Laboratorio per un’Altra San Casciano