mercoledì 10 febbraio 2010

Il Laboratorio contro le privatizzazioni


Con questa iniziativa si da il via alla campagna promossa dal Laboratorio per un'altra San Casciano contro la privatizzazione dei servizi pubblici.
Iniziamo a parlare dell'acqua, un elemento naturale necessario alla vita la cui disponibilità deve essere garantita alla comunità dal servizio pubblico.
Il 18 febbraio alle ore 21 alla Biblioteca comunale di San Casciano si parlerà di come la privatizzazione dell'acqua in alcune città, compresa Firenze, sia stata fallimentare e poco conveniente per le tasche dei cittadini.
Partecipate numerosi e diffondete ai vostri amici!!

martedì 9 febbraio 2010

ACQUA TRA STATO E MERCATO



ACQUA TRA STATO E MERCATO
Riflessioni sulla privatizzazione dei servizi pubblici

Cosa significa "privatizzare" l'acqua?
Si tratta di una necessità o di una scelta politica?
Quali sono le conseguenze per le istituzioni democratiche e il sistema politico ed economico locale?
Chi, come e perchè adotta modelli di "governo attraverso SpA"?

Ne discutiamo insieme


GIOVEDI 18 FEBBRAIO 2010 ORE 21
Biblioteca comunale di San Casciano Val di Pesa

Via Roma, 37

I casi di Firenze, Roma, Berlino e Postdam ci aiutano a riflettere sulruolo della politica e sulla necessità di porre i temi del potere edelle istituzionialcentro del dibattito sulle riforme.


Introduce:
ANTONELLA BUCCIANTI
Laboratorio per un'Altra San Casciano

Interviene:
DR.GIULIO CITRONI
Università degli Studi di Firenze

Organizzato dal Laboratorio per un'Altra San Casciano, questa iniziativa apre la campagna del Laboratorio per un'Altra San Casciano contro le privatizzazioni, che durerà fino a maggio.

domenica 7 febbraio 2010

SEDUTA CONGIUNTA APERTA DEI CONSIGLI COMUNALI DI TAVARNELLE VAL DI PESA, BARBERINO VAL DI PESA E SAN CASCIANO VAL DI PESA

 Mi sembra utile riportarvi il mio intervento in occasione della seduta straordinaria e aperta dei consigli comunali di Tavarnelle, Barberino e San Casciano sul tema della crisi economica che si è tenuta lo scorso venerdi 5 febbraio a Sambuca.

"La grave crisi che stiamo attraversando ricade in primo luogo sui lavoratori, precari, pensionati e su un numero crescente di persone che perdono il lavoro. La crisi è strutturale, ed è al contempo globale, è una crisi finanziaria che si lega ad una crisi ambientale ed energetica.

Il sistema economico vacilla e manifesta sempre più la sua insostenibilità e inadeguatezza. Questo può e deve essere il momento per ripensare complessivamente il modello di società e di benessere. Finora la nostra economia, e l'economia globale, ha avuto come unici punti di riferimento l'accumulazione di ricchezze a beneficio di pochi e il consumo di risorse. Esiste una significativa analogia fra i guasti ambientali e i guasti morali dell'economia. Per uscire dalla crisi occorrono scelte che vadano a definire un nuovo modello economico fondato su sostenibilità ambientale ed equa ripartizione delle risorse, su salvaguardia del paesaggio e della salute collettiva, su energie rinnovabili e mobilità sostenibile.
Il “prodotto interno lordo” non può essere l'unico indicatore del nostro benessere; questo non è un concetto rivoluzionario, ma un'affermazione di un democratico come Bob Kennedy in un celebre discorso di ben quaranta anni fa.

D'altra parte occorrono risposte concrete e convincenti per superare questo momento.

Il governo nazionale non propone una politica economica in grado di fronteggiare la crisi e impedire che chi alla fine paga siano come sempre i ceti più deboli.

Nel momento in cui il pacchetto clima-energia dell'UE fissa al 2020 gli obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2 attraverso le energie rinnovabili, l'efficienza energetica e il risparmio dei consumi, si dovrebbe investire per il raggiungimento di tali obiettivi. Invece vediamo nel dibattito politico e nelle scelte conseguenti l'affermarsi di proposte vecchie e dannose, dal nucleare, allo schema delle grandi opere, ad un'ulteriore cementificazione del territorio.

Invece la crisi economica e climatica deve tradursi in opportunità; si investa nelle tecnologie pulite, nella tutela del territorio e nella sicurezza del lavoro.

Il futuro, come dimostrano le scelte di molti paesi del mondo avanzato è legato alla “Green Economy” che incrocia praticamente tutti i settori economici. Si parla di 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro da qui al 2020 nelle nuove professioni legate alla sostenibilità ambientale. Puntiamo su questo se vogliamo dare nuove opportunità di crescita all'occupazione e lavoro qualificato per i nostri figli.

A livello locale il ruolo delle Amministrazioni è importante. Nell'immediato, nonostante le difficoltà finanziarie, è necessario fornire sostegni diretti a chi sta perdendo il lavoro, con la riduzione delle tariffe degli asili nido, assistenza domiciliare, bollette dell'acqua e dei rifiuti, agevolazioni per i trasporti pubblici. Si può pensare di istituire un fondo sociale per l'emergenza, con sussidi e microprestiti per i più colpiti dalla crisi.

Ma il ruolo dell'Amministrazione locale è determinante soprattutto attraverso la pianificazione della gestione del territorio e dei servizi pubblici locali. Proprio attraverso questi strumenti si dovrebbe affermare la volontà concreta di favorire un cambiamento sociale ed economico che deve essere garanzia del rispetto dei diritti del lavoro, difesa della salute, difesa dei beni comuni.

Nel nostro territorio anche il modello della piccola impresa mostra i segni di questa crisi globale, non ci sono isole felici e oggi si impone di ragionare in modo diverso sul futuro.

Alcuni casi emblematici sul nostro territorio ci parlano di questa crisi (La Signoria, la camperistica, etc.) ma questi casi non sono isolati e si legano ad una dismissione nel passato recente e lontano di molte altre attività produttive, che hanno lasciato sul territorio contenitori edilizi poi oggetto di riconversioni urbanistiche e di grandi affari immobiliari visti dalle nostre Amministrazioni come la soluzione per far muovere l'economia locale. Questo modello, che coniuga deindustrializzazione e speculazione edilizia, è ormai alle corde, anche in ragione della crisi immobiliare, e dobbiamo uscire pure dalla illusione che sia l'”edilizia”, la cementificazione continua del territorio, la soluzione dei nostri mali: avremo solo distruzione dell'ambiente e posti di lavoro non qualificati ed effimeri.

Il territorio è la nostra prima risorsa. Puntare sulla riconversione sostenibile dell'edificato esistente può creare grandi occasioni per manifatture e piccole aziende locali (isolamento termico, risparmio idrico, illuminotecnica, fonti rinnovabili su piccola scala, etc.); ugualmente, puntare su una agricoltura e su un turismo sostenibile è una scommessa vincente per creare posti di lavoro nell'indotto legato alle trasformazioni dell'alimentare, ai servizi all'agricoltura e al turismo. Questa è una proposta di “green economy”. Non si fa invece “green economy” quando le Amministrazioni scelgono di costruire inceneritori e bruciare rifiuti o quando si condivide una pianificazione industriale di area che prevede oltre ad un inceneritore una centrale turbogas da 50 Mw. Ancora, non si difendono i beni comuni e non si tutelano i cittadini quando di sceglie la privatizzazione dei servizi locali, in primo luogo acqua e rifiuti.

Noi scegliamo la strada dell'innovazione e del cambiamento, per promuovere un'economia equa, sostenibile e solidale, capace di garantire a tutti un'esistenza dignitosa nel rispetto del pianeta, ricercando una riconversione ecologica dell'economia a scala locale, favorendo l'insediamento e la creazione di nuove imprese in settori che saranno sempre più strategici per il futuro.

A proposito del caso Laika (che ha fatto da sottofondo a tutta la serata del 5 febbraio).
Il dilemma non è tra ambiente e lavoro, nessuno ha mai messo in discussione la presenza di quest'azienda sul nostro territorio. E' stata contestata un'operazione urbanistica con la quale sono stati difesi gli interessi immobiliari dei privati e non l'interesse della collettività, tanto meno sono stati tutelati i lavoratori.

Non è svendendo il territorio e costruendo nuovi capannoni che si salvaguardano i posti di lavoro, Laika è un caso emblematico. La crisi avanza, il nuovo capannone di Ponterotto avrebbe potuto già essere realizzato da oltre un anno, avendo l'impresa tutti i permessi, ma guarda caso i lavori non sono ancora iniziati. Il gruppo Hymer attraversa una grave crisi a livello mondiale: -28% di fatturato, con una perdita di oltre 40 milioni di euro, oltre 600 dipendenti licenziati, di cui 190 fanno parte della Hymer France che dichiara fallimento e delocalizza. Anche la sede di Tavarnelle non fa eccezione: venti settimane di cassa integrazione, prepensionamenti facilitati, disdetta dei contratti interinali, calo del fatturato intorno al 10%. Chiediamoci come le amministrazioni possano e debbano agire per promuovere realmente una riconversione ecologica dell'economia locale per dare nuove opportunità di crescita all'occupazione.

Lucia Carlesi
Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista
 

Far tornare le api a volare a San Casciano!

L’ape, il simbolo della nostra lista, richiama l’obiettivo di far tornare le api a volare a San Casciano. Un mondo senza api non è a misura d’uomo, è avvelenato e ostile alla vita. L’ape sarà anche il nostro modello di comportamento: le api sono laboriose, sociali, pacifiche e hanno bisogno di un ambiente pulito.

San Casciano Val di Pesa • Laboratorio per un’Altra San Casciano