giovedì 22 dicembre 2011

Laika: approvato in Consiglio Comunale l'accordo integrativo

CONSIGLIO COMUNALE SAN CASCIANO VAL DI PESA 19 DICEMBRE 2011
ACCORDO INTEGRATIVO DELLA CONVENZIONE URBANISTICA DEL 30.10.2008 TRA IL COMUNE DI SAN CASCIANO VAL DI PESA E LA SOCIETA' LAIKA PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPLESSO IN LOCALITA' PONTEROTTO

La delibera è stata approvata con il voto favorevole del PD e PDL e il voto contrario di Laboratorio per un'Altra San Casciano-Rifondazione Comunista. Assente Futuro Comune e UDC.

Intervento di Lucia Carlesi, capogruppo Laboratorio per un'Altra San Casciano-Rifondazione Comunista.

ll cantiere Laika è stato aperto dopo dieci anni di procedure burocratiche che si sarebbero benissimo potute evitare se per il nuovo stabilimento fosse stata individuata fin da subito un'area industriale idonea, anziché terreni agricoli. Rendita immobiliare abbiamo detto e nessuna garanzia per l'occupazione. Infatti ancora oggi le maestranze della Laika lavorano in capannoni insalubri, senza neanche aver avuto la possibilità di utilizzare lo stabilimento di Sambuca, ottenuto anche quello con variante urbanistica ad hoc, mai utilizzato e ora messo in vendita dalla proprietà. Anche la convenzione stipulata fra Laika e Comune non prevede alcun divieto rispetto al cambio di destinazione d'uso dell'immobile, ma solo un impegno dell'azienda.
La falsa area archeologica è l'artificio tramite il quale si consente la costruzione dello stabilimento come da progetto. Sarebbe bastato rivedere la planimetria del capannone, un'operazione di buon senso certo non più complessa della realizzazione del parco archeologico fasullo, per salvare i ritrovamenti, evitando di mettere così in conflitto l'interesse pubblico e la salvaguardia di un patrimonio culturale ed archeologico con la dignità del lavoro e i diritti dei lavoratori.
In modo strumentale si è voluta attribuire a chi difende il territorio e il patrimonio culturale la responsabilità dei ritardi nella realizzazione dello stabilimento Laika, contrapponendo ancora una volta ambiente e lavoro, quando è chiara la responsabilità dell'amministrazione che in 10 anni non ha saputo dare una risposta concreta a questo problema
E di fronte a quella che noi riteniamo un'operazione di rendita immobiliare della multinazionale, l'amministrazione di San Casciano ha investito proprie risorse per un progetto di rimozione e ricollocazione dei reperti, che a nostro avviso non rappresenta l'interesse pubblico, e lo ha fatto senza neanche dichiarare l'impegno economico a cui dovrà far fronte per vari anni.
Questo abbiamo affermato nel nostro odg del 29 settembre nonostante l'attacco condiviso in modo bipartisan da centro sinistra, centro destra e lista civica.
Adesso, dopo la ratifica dell'accordo stipulato ad ottobre fra comune di San Casciano, Soprintendenza, Ministero, Regione Toscana e Laika, il consiglio comunale di San Casciano è chiamato a deliberare sull'integrazione alla convenzione Laika del 2008 per adeguare la convenzione stessa al progetto di rimozione e ricollocazione dei reperti etruschi e romani rinvenuti a Ponterotto.
Facciamo alcune considerazioni politiche in merito, fermo restando la nostra posizione contraria:
  1. Soltanto oggi viene comunicato al consiglio la quantificazione della spesa e si indicano le modalità di copertura attraverso un'integrazione della convenzione
  2. Riteniamo invece che fosse competenza del consiglio comunale esprimersi preventivamente su spese che impegnano i bilanci per gli esercizi successivi
  3. Il fatto che ora tramite l'approvazione della convenzione si faccia questo passaggio in consiglio rende chiaro che i nostri dubbi e le nostre perplessità erano fondate. Se per assurdo oggi questa convenzione non fosse approvata dal consiglio, si aprirebbe una grave contraddizione rispetto all'accordo stipulato ad ottobre
  4. L'amministrazione si impegna per 100 mila euro, cifra che Laika anticipa e il comune si impegna a restituire in 10 anni. Sarebbe stato ragionevole e opportuno che il privato si assumesse l'intero onere dell'intervento, visto che i vantaggi li ha ottenuti tutti. Si interviene su un bene pubblico (i ritrovamenti) rinvenuti su area privata e anziché adeguare l'intervento edificatorio (cosa fattibilissima) si è scelta la strada della rimozione e ricollocazione che a nostro parere non può essere definita valorizzazione. I reperti vengono rimossi per consentire l'intervento inamovibile del privato e dobbiamo anche pagare per consentirlo.
Come abbiamo già sostenuto sulla base di autorevoli pareri tecnici, se i reperti sono rilevanti è assurdo pensare ad una rimozione; i ritrovamenti dovrebbero rimanere nella loro sede, il progetto del privato si adegua e allora sarebbe evidente l'interesse pubblico rispetto alla valorizzazione di un'autentica area archeologica. Invece il progetto presentato e la rimozione dei reperti determina vantaggi solo per il privato; in questo contesto ci saremmo aspettati che questo privato si facesse carico interamente dei costi, minimi se si pensa agli ingenti fondi pubblici di cui Laika ha beneficiato.100 mila euro rappresentano mediamente il costo di un camper e mezzo, com'è possibile non aver ottenuto nella contrattazione con il privato la copertura economica di tutta l'operazione?
  1. Così come desta perplessità la predisposizione del computo metrico, presentato ad agosto senza importi e senza che nessun tecnico l'abbia firmato; ora appaiono gli importi e dalla documentazione relativa alla variante comprendiamo che era stato redatto da Laika. Ad alimentare la confusione il computo metrico presentato ora si differenzia da quello allegato alla delibera di giunta dell'ottobre 2011 nella descrizione e attribuzione delle voci, ma parrebbe chiaro l'intervento del comune nell'opera di rimozione, quindi si presuppone un aggravio nell'impegno economico dell'amministrazione

Infine due ultime riflessioni di carattere generale
La prima:
è paradossale e al tempo stesso preoccupante che la voce del dissenso solo per essere tale venga definita calunnia. Si dimentica che il confronto democratico, anche quando si fa duro e aspro, è garantito se non si demonizza l'avversario, a meno che non si voglia togliere legittimità a chi fa opposizione politica e contesta scelte magari avvallate ai massimi livelli, ma non per questo esenti dal poter essere criticate. Fino ad oggi l'abbiamo chiamata democrazia.
Perché in una democrazia rappresentativa non conta unicamente chi ha il diritto/dovere di governare, Bene dunque ribadire che anche chi non ha raggiunto la maggioranza concorre a fare politica esprimendo una voce diversa, un dissenso, una controproposta che deve avere spazio e riconoscimento per alimentare un confronto di idee che è garanzia di libertà e democrazia.
E per ultimo una valutazione politica sull'intera vicenda:
Noi abbiamo rappresentato e continueremo a farlo un altro modo di coniugare diritto al lavoro e diritto all'ambiente, e abbiamo indicato un'altra modalità con cui le pubbliche amministrazioni devono lavorare in modo trasparente per l'interesse generale della collettività.
Il trasloco degli etruschi di Ponterotto è diventato un caso emblematico ed ha avuto risonanza nazionale perché ha posto chiaramente sotto gli occhi di tutti le contraddizioni e l'inadeguatezza delle politiche economiche di quelle forze di governo che proprio in Toscana svendono beni comuni e territorio, ferme ad un modello ormai superato di sviluppismo senza futuro: una cartolina della Toscana sempre più deteriorata, ci pare.

La difesa del paesaggio, del patrimonio storico e culturale, della “bellezza” di un territorio non sono né un lusso riservato a pochi, né un “capitale” da poter mettere in vendita di fronte alle logiche di un'economia di mercato sempre più devastanti, ricattatorie e rappresentative degli interessi di pochi. Costituiscono invece un valore assoluto, un bene comune non negoziabile, sul quale fondare una proposta di riconversione economica equa e sostenibile, l'unica strategia in grado di garantire qualità della vita alle nostre comunità. In questa prospettiva Il territorio è il vero patrimonio collettivo, quel valore aggiunto che va difeso piuttosto che consumato e distrutto.
Queste sono le nostre proposte che non smetteremo di sostenere, sentendoci parte di un movimento sempre più vasto che chiede grandi cambiamenti alla politica e alle istituzioni.
La vicenda Laika dimostra in modo inequivocabile la necessità di trovare risposte innovative e coraggiose per superare positivamente le contraddizioni del presente, acuite oltretutto dall'attuale crisi economica. Chi oggi si è dichiarato vincitore in questa vicenda certamente non ha salvato il passato e non ci pare all'altezza di costruire il futuro.

Lucia Carlesi
 

Far tornare le api a volare a San Casciano!

L’ape, il simbolo della nostra lista, richiama l’obiettivo di far tornare le api a volare a San Casciano. Un mondo senza api non è a misura d’uomo, è avvelenato e ostile alla vita. L’ape sarà anche il nostro modello di comportamento: le api sono laboriose, sociali, pacifiche e hanno bisogno di un ambiente pulito.

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