giovedì 27 gennaio 2011

Al prossimo Consiglio Comunale mozione su "Crisi economica e referendum Fiat"

Gruppo Consiliare – Laboratorio per un'Altra San Casciano-Rifondazione Comunista

ORDINE DEL GIORNO
“Crisi economica e referendum Fiat”

PREMESSO:

che la grave crisi che stiamo attraversando è strutturale e al contempo globale, ed è una crisi economica dipendente da una crisi ambientale ed energetica;

che il sistema economico-produttivo vacilla e manifesta ogni giorno di più la sua inadeguatezza e insostenibilità. Questo è il  momento per ripensare complessivamente il nostro modello di società e la nostra idea di benessere;

che il governo nazionale non propone soluzioni politiche in grado di fronteggiare la crisi,  ma attua politiche fallimentari che scaricano i costi della crisi sulle fasce più deboli della società, punta alla competizione tramite l'abbassamento del costo del lavoro e delle tutele per i lavoratori, determinando così lavoro precario, disoccupazione, diseguaglianze, e, conseguentemente, un'Italia sempre più povera;

      che il conflitto Fiat-Fiom scoppiato a fine 2010 sul progetto per lo stabilimento di Mirafiori a Torino – che segue l'analoga vicenda presso  lo stabilimento di Pomigliano – rappresenta un passaggio cruciale per il futuro economico e sociale del nostro Paese;

CONSIDERATO
che l’argine rotto dall’accordo imposto da Marchionne allo stabilimento di Mirafiori, verrà riproposto a cascata (già succede: vedi le dichiarazioni di FinMeccanica) negli altri stabilimenti FIAT e nel paese mutando il concetto di contrattazione collettiva;

che appare evidente il tentativo, in questa come in altre occasioni, di usare la crisi economica per cancellare i diritti e le tutele conquistate dalle lavoratrici e dai lavoratori attraverso anni di lotte;

che l’atteggiamento della Fiat contrasta  con l’articolo 39 della Costituzione Repubblicana e con i titoli II e III della legge 20 maggio 1970 n. 300 (Statuto dei diritti dei lavoratori);

che le garanzie proposte da FIAT sono pressoché nulle, come inconsistente è il piano di recupero, che non sembra tener conto della crisi generalizzata a livello mondiale del settore auto – legata anche e soprattutto al fenomeno della superproduzione relativa al mercato attuale – il che rende improbabile un’uscita dalla crisi di settore attraverso un semplice aumento della produttività;


che l’atteggiamento di FIAT, che in Italia detiene di fatto il monopolio del settore, risulta  ingiustificato per le ingenti agevolazioni statali di cui ha beneficiato nel corso degli anni – tramite incentivi e finanziamenti pubblici –, nel momento in cui Fiat si configura come una multinazionale volta al solo profitto e progetta la delocalizzazione del lavoro salariato nei paesi dove il costo del lavoro è inferiore e minori i controlli;

che oggettivamente la politica aziendale di FIAT appare pesantemente sbilanciata verso il  la speculazione finanziaria e punta, più che ad un rilancio o ad un rinnovamento dell’impresa, ad una semplice “ristrutturazione” degli organici e dei contratti, preferendo investire invece nelle acquisizioni di quote societarie (partecipazione in Crysler, ormai al 25%) finalizzate a mere speculazioni borsistiche;

CONSIDERATO INOLTRE

che  il referendum sull'accordo di Mirafiori – nonostante il clima intimidatorio e il ricatto della delocalizzazione dell'attività finalizzati ad ottenere un plebiscito di consensi – ha  visto prevalere solo di misura il sì e dimostra che la Fiat non ha il consenso dei lavoratori, soprattutto nei settori della catena produttiva, realmente colpiti dall’accordo


EVIDENZIATO

che non si può uscire dalla crisi economica e dalla crisi di settore se non rimettendo in discussione il modello economico che ha come unico metro di misura del benessere umano  il PIL e i dati relativi al consumo

che è necessario intraprendere nuove strade, lavorando per una riconversione ecologica dell'economia,  che sia fondata su sostenibilità ambientale ed equa ripartizione delle risorse, capace di garantire la qualità sociale, i diritti del lavoro e della persona,  e proponga nuovi modelli di produzione e di acquisto,  affermando nuovi stili di vita più sobri e più responsabili;

IL CONSIGLIO COMUNALE DI SAN CASCIANO VAL DI PESA SI IMPEGNA

a sottoscrivere e sostenere, senza riserve, la causa dei tanti lavoratori FIOM che si sono opposti al ricatto padronale dell’ad. FIAT, facendosi garante, negli organi istituzionali competenti, dei diritti fondamentali del cittadino, della libertà e del lavoro, da sempre parti fondanti della nostra Carta Costituzionale
a promuovere e investire in una riconversione ecologica, sostenibile e solidale dell'economia, quale strategia per uscire dalla crisi e garantire a tutti un'esistenza dignitosa nel rispetto dei limiti del pianeta.

Acqua pubblica e senza balzelli

Il Nuovo Corriere di Firenze, 20 gennaio 2011
San Casciano Val di Pesa. "Laboratorio" alza la voce e accusa il soggetto gestore
Acqua pubblica e senza balzelli

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Far tornare le api a volare a San Casciano!

L’ape, il simbolo della nostra lista, richiama l’obiettivo di far tornare le api a volare a San Casciano. Un mondo senza api non è a misura d’uomo, è avvelenato e ostile alla vita. L’ape sarà anche il nostro modello di comportamento: le api sono laboriose, sociali, pacifiche e hanno bisogno di un ambiente pulito.

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