venerdì 23 luglio 2010

Collettore di San Colombano, quale futuro per le bollette?

Il Nuovo Corriere di Firenze, 23 luglio 2010


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La rivoluzione dell'acqua

Un milione e quattrocentomila donne e uomini che sottoscrivono i tre referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua rappresentano una piccola grande rivoluzione.
Come tale, provoca immediato spavento nei poteri forti e in un quadro politico-istituzionale non avvezzo all’idea che possa esistere una soggettività sociale capace di prendere  parola e di progettazione autonoma.
Un primo tratto di questa rivoluzione risiede nel fatto che sul tema dell’acqua si è ormai costituito, per la prima volta dopo decenni, un vero e proprio movimento nazionale di massa.
L’Italia, come ciascuno può intuire anche ad un’ osservazione superficiale, è un Paese tutt’altro che pacificato : decine di conflitti attraversano il mondo del lavoro, la società e le realtà territoriali.
Sono esperienze dotate spesso di una fortissima radicalità ma al contempo di altrettanta frammentazione.
Dentro questo contesto, il movimento per l’acqua si colloca come una fertile anomalia : estremamente reticolare e radicato nei territori, su questo humus ha saputo costruire e vivificare nel tempo –dalla legge d’iniziativa popolare alla campagna referendaria, passando per due grandi manifestazioni nazionali- una forte vertenza nazionale, capace di incidere sull’agenda politica del Paese.
Il secondo tratto risiede nel non negoziabile contrasto con il pensiero unico del mercato : dopo due decenni di egemonia della cultura dell’impresa sulla società e la vita delle persone, il movimento per l’acqua costruisce una mobilitazione densa non per ottenere qualche riduzione del danno, bensì per affermare la totale fuoriuscita dell’acqua e dei beni comuni –essenziali alla vita- dal gorgo delle Società per Azioni comunque delineate. E per affermarne la riappropriazione sociale e una gestione pubblica e partecipata dalle comunità locali.
O la Borsa o la vita, per dirla senza perifrasi.
Il terzo tratto nasce dalla straordinaria domanda di democrazia e di protagonismo sociale che questo movimento ha messo in campo e ha saputo intercettare : le donne e gli uomini che hanno profuso energie, in ogni comitato nato nella più grande metropoli così come nel più piccolo paese di montagna, e i cittadini corsi a frotte a firmare affermano la straordinaria volontà di decidere tutte e tutti in prima persona su ciò che a tutti appartiene. Per la qualità della vita nel presente oggi e una possibilità di futuro per le future generazioni.
Da questo punto di vista, il referendum è uno strumento ma anche un fine in sé, in quanto afferma il principio che su beni essenziali alla vita come l’acqua nessuna delega è autorizzata e la decisione deve appartenere a tutte e tutti.
Da ultimo, ma non per importanza, emerge il tratto di laboratorio di democrazia e partecipazione che il movimento per l’acqua ha saputo costruire in quasi un decennio di esperienza. Il costante rapporto fra locale e globale, l’approccio inclusivo verso le più diverse culture e provenienze, il metodo del consenso come elemento costitutivo di tutti processi decisionali fondamentali, hanno fatto di questa esperienza un interessante laboratorio di formazione collettiva, di saperi condivisi, di redistribuzione della conoscenza.
Un laboratorio perfettibile, ma sufficientemente attrezzato da consentire al movimento dell’acqua, a differenza di altri luoghi di costruzione dell’opposizione sociale e politica, di evitare una delle conseguenze più nefaste del degrado della politica : la nascita dei populismi, che, anche nelle loro versioni più avanzate, costruiscono appartenenza sull’elemento simbolico della personalizzazione.
Al contrario, nel movimento per l’acqua l’appartenenza nasce dalla condivisione del tema e di una piattaforma valoriale, culturale e politica che si fonda su obiettivi di radicale trasformazione della democrazia nel senso della partecipazione sociale.
Sono queste alcune delle caratteristiche che, nel determinare il successo della campagna di raccolta firme, mettono in campo un potenziale di cambiamento di grande fertilità sociale.
Un popolo che riprende collettivamente parola è molto più pericoloso di un popolo che cerca di volta in volta qualcuno a cui affidarsi.
Sarà un autunno caldo per la battaglia dell’acqua.
Sapremo rinfrescarci in primavera con una marea di SI alla riappropriazione sociale dell’acqua.

Marco Bersan
Attac Italia
fonte www.acquabenecomune.org/
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mercoledì 21 luglio 2010

Domanda di attualità sullo smaltimento delle ceneri del gassificatore di Testi

Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista interroga il sindaco Pescini dopo le sue dichiarazioni rilasciate al settimanale Metropoli in merito all'utilizzo e smaltimento delle ceneri residuo della combustione dei rifiuti bruciati dal gassificatore di Testi

Domanda di Attualità

Avendo letto le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco al settimanale Metropoli del 16 luglio 2010 in merito alla vicenda dell'esposto presentato dalle Associazioni Ambientaliste sullo smaltimento delle ceneri del gassificatore di Testi

Si domanda

Come tali affermazioni si concilino con le risposte di diverso tenore forniteci sulla stessa vicenda dalla Sua amministrazione in occasione della nostra mozione “Autorizzazione alla costruzione ed esercizio centrale turbogas di Testi: chiarimenti in merito alla demolizione silos contenenti ceneri provenienti dal gassificatore” discussa il 5 ottobre 2009.
Infatti in tale sede ci fu detto che le ceneri di combustione del gassificatore erano state utilizzate almeno in parte nella lavorazione del cemento al posto della pozzolana in quanto assimilabili a lignite, senza che Lei presente alla seduta smentisse tale dichiarazione.



Publiacqua: in arrivo per i cittadini di San Casciano e di tutto l'Ato 3 Medio Valdarno nuovi aumenti della tariffa?

Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista interroga il Sindaco nella prossima seduta del Consiglio Comunale di San Casciano del 23 luglio.
Finalmente parte la realizzazione del collettore di San Colombano, il cosiddetto “fognone”, opera molto importante per l'area fiorentina e per l'Arno.
Peccato che i lavori prendano il via con ben dieci anni di ritardo e che i costi nel frattempo siano lievitati dai 29 milioni di euro della previsione iniziale all'attuale di 70 milioni.
Si tratta di una vicenda preoccupante che provocherà gravi danni ai cittadini dei comuni dell'Ato 3 Medio Valdarno e quindi anche ai cittadini di San Casciano, in quanto le soluzioni possibili ad oggi sembrano essere o l'aumento della tariffa (bolletta più cara) o la riduzione degli investimenti previsti su tutti i comuni da parte di Publiacqua (meno servizi, meno manutenzione e interventi sulla rete idrica).
E' necessario fare immediata chiarezza e accertare le responsabilità dell'evidente slittamento dei tempi e del grave aumento dei costi.
L'Autorità di Ambito come ha svolto il proprio ruolo di controllore rispetto al gestore Publiacqua?
Come valutare l'operato di Publiacqua, soggetto responsabile dei lavori e del progetto?
E quale ruolo ha avuto in questa vicenda il Comune di San Casciano, tramite il Sindaco rappresentante del Comune nell'assemblea di Ato? Come sono stati salvaguardati gli interessi dei cittadini?
E' urgente che le Amministrazioni si impegnino per evitare che le conseguenze di questa grave situazione si scarichino sui cittadini.
Ancora una volta è evidente ciò che noi denunciamo da sempre: la gestione del sistema idrico “fa acqua” -è proprio il caso di dirlo- da tutte le parti!
Siamo in presenza di una società per azioni, Publiacqua, già privatizzata al 40%, che gestisce gli appalti come le pare, in assenza di una vera autorità di controllo capace di tutelare gli interessi pubblici e salvare l'acqua quale bene comune.
La deriva privatistica e aziendalistica che avrebbe dovuto portare efficienza e risparmi si dimostra ancora una volta per quello che è realmente: un sistema praticamente inaccessibile al controllo democratico dei cittadini, che permette al gestore non solo di ottenere profitti garantiti sulla tariffa caricando sulla bolletta un 7% a remunerazione del capitale investito, indipendentemente dalla qualità ed efficienza del servizio, ma anche di scaricare immediatamente sull'utenza gli eventuali “costi inattesi”. La vicenda del fognone di San Colombano è riprova di tutto questo.

lunedì 19 luglio 2010

Voto unanime contro il pedaggio sull'autopalio


Il Nuovo Corriere di Firenze, 19 luglio 2010

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Far tornare le api a volare a San Casciano!

L’ape, il simbolo della nostra lista, richiama l’obiettivo di far tornare le api a volare a San Casciano. Un mondo senza api non è a misura d’uomo, è avvelenato e ostile alla vita. L’ape sarà anche il nostro modello di comportamento: le api sono laboriose, sociali, pacifiche e hanno bisogno di un ambiente pulito.

San Casciano Val di Pesa • Laboratorio per un’Altra San Casciano