giovedì 26 febbraio 2009

Cementificio di Testi: ripristiniamo la verità

Troppe, davvero troppe, in merito alla vicenda Sacci, le falsità e le imprecisioni che stiamo leggendo e sentendo in questi giorni convulsi: in particolare respingiamo fermamente le accuse che ci rivolgono i dipendenti Sacci, accuse ingiustificate nei confronti di persone e di associazioni che da tempo sono impegnate sul territorio, senza alcun “interesse particolare”, ma con il solo obiettivo di dare un contributo per migliorare la vita di tutti, lavoratori compresi.

Riteniamo opportuno e necessario precisare alcuni dati:
1) Le associazioni ambientaliste non hanno mai chiesto la chiusura del cementificio. La nostra iniziativa si è sempre rivolta in difesa di interessi primari quali la tutela della salute e dell’ambiente. In tutte le occasioni abbiamo ribadito ai dipendenti Sacci che tali priorità dovevano coniugarsi con il diritto al lavoro, ed anzi che i lavoratori, tutelando il diritto alla salute e al rispetto del territorio, avrebbero difeso il proprio posto di lavoro, essendo quelle condizioni indispensabili per il mantenimento dell’attività del cementificio in questo territorio.

2) Le associazioni ambientaliste, consapevoli che l’attività di un qualsiasi cementificio è tra quelle più critiche in materia ambientale, hanno semplicemente chiesto da tempo agli enti preposti controlli rigorosi circa il rispetto dei limiti di legge in relazione ai diversi impatti ambientali; inoltre, proprio per le notevoli dimensioni dell’impianto e l’insistere dell’attività industriale ormai da molti decenni, consideriamo indispensabile una verifica complessiva delle conseguenze ambientali e sanitarie che possono essersi prodotte.

3) Riteniamo che i miglioramenti e gli adeguamenti tecnologici degli impianti che Sacci ad oggi ha messo in atto siano parziali e non certamente adeguati a ciò che la situazione richiede. Non dobbiamo pensare che Sacci faccia “regali”: sono le normative in materia ambientale, diventate più stringenti man mano che si conoscono maggiormente gli effetti negativi sulla salute e sull’ambiente, che obbligano l’azienda ad adeguarsi; lo stesso rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio rilasciata dalla Provincia di Firenze al cementificio nel dicembre 2007, è subordinata al rispetto di numerose prescrizioni, fra le quali l’adeguamento degli impianti alle migliori tecnologie secondo le direttive europee.

4) L’esposto che ha dato origine alla chiusura dello stabilimento è stato presentato da privati cittadini, residenti nelle vicinanze. Chiunque non rispetti una qualsiasi norma di legge, se ne deve assumere la responsabilità e le relative conseguenze.
Certo, se poi l’azienda per le sue inadempienze se la rifà con i lavoratori spedendoli a casa, si ripropongono vecchie logiche che pensavamo appartenere al passato: esigenze sacrosante di tutela del posto di lavoro, contrapposte alla tutela altrettanto sacrosanta dell’ambiente, di lavoro e non.

5) Riteniamo che chiedere alla dirigenza Sacci di rispettare la legge sia anche e soprattutto interesse di chi ci lavora. Oppure è forse pensabile reiterare l’inosservanza di norme di legge a tempo indeterminato? E allora, chiedere il rispetto dei limiti di legge non era e non è anche difendere il posto di lavoro???

6) La situazione complessiva dell’area di Testi è diventata per le associazioni ambientaliste una priorità e una criticità assoluta, nel momento in cui le Amministrazioni pubbliche (Provincia di Firenze e Comuni di Greve in Chianti e San Casciano V.Pesa) vi hanno previsto la realizzazione di una centrale turbogas e di un nuovo inceneritore di rifiuti. In un’area che riteniamo già preoccupante sotto l’aspetto ambientale per la presenza di uno stabilimento per sua natura altamente critico per l’impatto sul territorio, si prevede di andare a realizzare altri due impianti altamente inquinanti!!! Noi abbiamo detto NO a questa scelta e continueremo a dirlo in tutte le sedi e con tutta la nostre forza.

Se si vogliono realmente difendere i posti di lavoro si dovrebbero richiedere all’azienda impegni seri e tempi certi per l’aggiornamento tecnologico e la messa a norma dello stabilimento, alle amministrazioni sostegno e controllo affinché ciò si realizzi.

Riteniamo che il diritto al lavoro debba coesistere con la tutela dell’ambiente e il diritto alla salute dei cittadini; noi ci impegneremo in questo senso e riteniamo che i lavoratori abbiano il dovere, e in questo caso anche la necessità, di fare altrettanto.

Ha firmato questo documento il Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste del Chianti fiorentino:
Aiab Toscana - Asci Toscana - Comitato delle Sibille per la Tutela dell’Ambiente - Comitato “Passo per il Chianti” – Comitato di Uzzano Greve in Chianti - Foro Contadino – Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute - Forum Ambientalista Toscano - Italia Nostra - Legambiente circolo “Il Passignano” Tavarnelle/San Casciano V.P. - Legambiente circolo “Il Gallo Verde” Greve in Chianti - Mani Tese Firenze - Medicina Democratica - VAS Chianti fiorentino - WWF sezione Toscana
 

Far tornare le api a volare a San Casciano!

L’ape, il simbolo della nostra lista, richiama l’obiettivo di far tornare le api a volare a San Casciano. Un mondo senza api non è a misura d’uomo, è avvelenato e ostile alla vita. L’ape sarà anche il nostro modello di comportamento: le api sono laboriose, sociali, pacifiche e hanno bisogno di un ambiente pulito.

San Casciano Val di Pesa • Laboratorio per un’Altra San Casciano