lunedì 16 maggio 2011

Cineforum Arci S.Casciano: "FLOW - per amore dell'acqua" e "L'incubo delnucleare"


mercoledì 4 maggio 2011

REFERENDUM DEL 12-13 GIUGNO: MOBILITIAMOCI CONTRO LO SCIPPO DEL GOVERNO

Il 12 e 13 giugno saremo chiamati ad esprimerci su quattro quesiti referendari che riguardano tre tematiche di fondamentale interesse pubblico: la gestione del bene primario dell'acqua, il ritorno all'utilizzo dell'energia nucleare, la legge sul legittimo impedimento.
I referendum sono un'occasione di democrazia diretta imperdibile per riaffermare la volontà di ognuno di noi di esprimersi sulla difesa dei beni comuni, dei diritti e della democrazia.
Il Governo, per paura del voto dei cittadini, sta tentando in ogni modo di fermare i referendum.
Sul nucleare ha abrogato provvisoriamente le norme che reintroducono le centrali nucleari in Italia, con il dichiarato intento di riproporre il nucleare successivamente. Adesso la parola passa alla Corte di Cassazione.
Sull'acqua pare chiara l'intenzione di provare a fare una “leggina” che, sebbene non potrà bloccare la consultazione referendaria, contribuirà certamente a creare confusione.
E' chiara la strategia: provare ad evitare il voto o comunque cercare di depotenziare la forza dei referendum per vanificare il più efficace istituto di democrazia diretta previsto dalla nostra Costituzione e impedire che i cittadini possano esprimersi democraticamente sulla tutela dei beni comuni. E' un vero e proprio attacco alle regole basilari della democrazia!
Mobilitiamoci per difendere il diritto di ognuno di decidere per un futuro migliore, di giustizia e sostenibilità.
2 SI per l'acqua bene essenziale che appartiene a tutti. Per fermare la privatizzazione e i profitti sull'acqua. Per tornare ad una gestione pubblica del servizio.
Con il primo quesito referendario si propone l'abrogazione delle norme che obbligano alla privatizzazione. Abrogare queste norme significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.
Con il secondo quesito referendario si propone di abrogare le norme che consentono al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% in più, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
1 SI per fermare il ritorno dell'energia nucleare e la costruzione di nuove centrali nel nostro Paese. Per scegliere definitivamente la strada del risparmio energetico, delle energie rinnovabili e pulite.
Il disastro nucleare di Fukushima cade fatalmente a ridosso di una “riapertura”sulla questione dell’energia nucleare in Italia; la tragedia giapponese conferma ancora una volta che nessuno può garantire la sicurezza di una centrale nucleare. Il nucleare è costoso e pericoloso, mette a rischio la sicurezza e la salute di milioni di persone e non risolve i problemi energetici.
1 SI contro le leggi ad personam e il legittimo impedimento voluto dal Presidente del Consiglio Berlusconi.
Riaffermiamo che dobbiamo essere tutti uguali davanti alla legge ed i politici prima di tutti dovrebbero fare chiarezza sul loro conto con la giustizia.

Facciamo appello ai cittadini, alla società civile perché si difenda l'istituto del referendum, perché a giugno i cittadini possano esprimere la loro volontà su temi così rilevanti.



INSIEME PER LO SCIOPERO GENERALE E I REFERENDUM

VENERDI’ 6 MAGGIO
Insieme per lo sciopero generale e i referendum.
Un'altra Italia in piazza
Società civile e movimenti in CORTEO - Un'altra Italia in piazza- da Piazza Ognissanti ( ore 9.15) a Piazza Duomo e con il corteo CGIL fino a Santa Croce.
Venerdì 6 maggio a Firenze la società civile e i movimenti costruiscono Insieme la partecipazione allo sciopero generale della CGIL, saldandola alla mobilitazione per i referendum del 12 e 13 giugno.
Ci troveremo Insieme in piazza Ognissanti alle 9.15 per fare un corteo che attraverserà le vie del centro e confluirà nel corteo principale della CGIL per concludersi poi in Piazza Santa Croce.
E saremo Insieme alle lavoratrici e ai lavoratori della CGIL del Maggio Musicale – Teatro Comunale, che apriranno il corteo.
Lo sciopero generale e i referendum sono due tappe fondamentali per chi vuole cambiare realmente e mandare via BERLUSCONI e questo governo, per chi è consapevole dell’emergenza democratica e sociale che stiamo vivendo.
Sarà un appuntamento costruito Insieme da tante delle realtà che hanno animato questa città, costruendo mobilitazioni continue e fare diventare lo sciopero generale una mobilitazione generale del Paese anche contro lo scippo dei referendum che il governo sta provando di fare.
Insieme è la parola chiave di questa giornata. Non si può scindere la lotta per la democrazia e la difesa della Costituzione dall’eversione continuata di Berlusconi da una parte dalla lotta per per l’occupazione e contro la precarietà dall'altra, come non si può separare la lotta per la scuola, l’università e la ricerca pubblica dall'impegno per un’alternativa sostenibile di modello economico e ambientale.
Insieme per un bel 6 maggio partecipato con tutti i colori, le mani e le facce della pace, dell’accoglienza, dei beni comuni, delle energie alternative al nucleare, dell’impegno per la giustizia e l’eguaglianza di fronte alla legge secondo i principi costituzionali.
Insieme perchè non esiste difesa del lavoro senza difesa dei referendum.
Insieme perchè siamo lavoratori/lavoratrici e siamo società civile, movimenti, voci non mute e non sopprimibili.
Insieme per l’accoglienza dei migranti e dei profughi di guerra
Insieme perchè il diritto di chi lavora è anche il diritto ad avere l'acqua come bene comune, un'energia pulita, una giustizia non inquinata da leggi ad personam
Insieme per cambiare
Insieme per i 4 si al referendum
Insieme per la vittoria referendaria del 12 e 13 giugno.
Insieme per lo sciopero generale e i referendum

ADESIONI: Comitato referendario provinciale "2 sì per l'acqua bene comune" di Firenze; Comitato locale di Firenze di Attac Italia; perUnaltracittà; Carovana per la costituzione sempre; Uniti contro la Crisi; Ass. x sinistra unita e plurale -Rete@ Sinistra; Libertà e Giustizia; Rete antirazzista; CGIL Maggio musicale; Italia non è un bordello- cazerolazos; Cooperativa politica fiorentina; Liberi di decidere; Comitato SE NON ORA QUANDO - Firenze.

lunedì 2 maggio 2011

Non esistono guerre buone o guerre cattive, solo guerre... non in nostro nome!



Non esistono guerre buone o guerre cattive, solo guerre... non in nostro nome!


Art.11 della Costituzione: l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
La guerra nei Balcani, Iraq e Afghanistan lo dimostrano: centinaia di migliaia di civili uccisi e dopo tanti anni la pace e la giustizia non stanno certo di casa in quei paesi. Nessuna guerra può essere umanitaria, ogni guerra è un crimine contro l’umanità.
L’Italia fa parte della coalizione che ha scatenato una nuova guerra contro la Libia e adesso parteciperà direttamente ai bombardamenti. L’obiettivo degli Stati Uniti e delle potenze europee non è la difesa dei diritti umani e delle popolazioni civili contro il tiranno Gheddafi, dittatore spietato ma definito da Berlusconi “amico” ed alleato dell’Italia fino a poco tempo fa: i paesi occidentali scelgono la guerra per difendere i loro interessi economici e geopolitici, per appropriarsi delle abbondanti risorse energetiche di quel paese, sempre più preziose in questo momento di crisi economica internazionale e di escalation dei prezzi.
La guerra contro la Libia è la risposta più sbagliata e pericolosa alla domanda di libertà e democrazia che si è diffusa nei paesi del Nord Africa e rischia di soffocare le speranze delle lotte per l’autodeterminazione di quei popoli. Non possiamo stare in silenzio, vogliamo riaffermare le ragioni della Pace.


Chiediamo l’immediato ritiro dell’Italia dalla missione di guerra e la restituzione della parola alla diplomazia internazionale, unico strumento possibile per risolvere i conflitti.

sabato 30 aprile 2011

ACQUA: BENE COMUNE

il 12 e 13 giugno è importantissimo andare a votare.
non solo sono in ballo le leggi su acqua pubblica,nucleare e legittimo impedimento, ma è in ballo la democrazia stessa. perchè la democrazia necessita partecipazione.
Fai girare questo video!

sabato 23 aprile 2011

I CITTADINI CALPESTATI


di STEFANO RODOTÀ
Ogni giorno ha la sua pena istituzionale. Davvero preoccupante è l'ultima trovata del governo: la fuga dai referendum. Mercoledì si è voluto cancellare quello sul nucleare.
Ora si vuole fare lo stesso con i due quesiti che riguardano la privatizzazione dell'acqua. Le torsioni dell'ordinamento giuridico non finiscono mai, ed hanno sempre la stessa origine. È del tutto evidente la finalità strumentale dell'emendamento approvato dal Senato con il quale si vuole far cadere il referendum sul nucleare. Timoroso dell'"effetto Fukushima", che avrebbe indotto al voto un numero di cittadini sufficiente per raggiungere il quorum, il governo ha fatto approvare una modifica legislativa per azzerare quel referendum nella speranza che a questo punto non vi sarebbe stato il quorum per il temutissimo referendum sul legittimo impedimento e per gli scomodi referendum sull'acqua. Una volta di più si è usata disinvoltamente la legge per mettere il presidente del Consiglio al riparo dai rischi della democrazia.
Una ennesima contraddizione, un segno ulteriore dell'irrompere continuo della logica ad personam. L'uomo che ogni giorno invoca l'investitura popolare, come fonte di una sua indiscutibile legittimazione, fugge di fronte ad un voto dei cittadini.
Ma, fatta questa mossa, evidentemente gli strateghi della decostituzionalizzazione permanente devono essersi resi conto che i referendum sull'acqua hanno una autonoma e forte capacità di mobilitazione. Fanno appello a un dato di vita materiale, individuano bisogni, evocano il grande tema dei beni comuni, hanno già avuto un consenso senza precedenti nella storia della Repubblica, visto che quelle due richieste di referendum sono state firmate da 2 milioni di cittadini, senza alcun sostegno di grandi organizzazioni, senza visibilità nel sistema dei media. Pur in assenza del referendum sul nucleare, si devono esser detti i solerti curatori del benessere del presidente del Consiglio, rimane il rischio che il tema dell'acqua porti comunque i cittadini alle urne, renda possibile il raggiungimento del quorum e, quindi, trascini al successo anche il referendum sul legittimo impedimento. Per correre questo rischio? Via, allora, al bis dell'abrogazione, anche se così si fa sempre più sfacciata la manipolazione di un istituto chiave della nostra democrazia.
Caduti i referendum sul nucleare e sull'acqua, con le loro immediate visibili motivazioni, e ridotta la consultazione solo a quello sul legittimo impedimento, si spera che diminuisca la spinta al voto e Berlusconi sia salvo.
Quest'ultimo espediente ci dice quale prezzo si stia pagando per la salvezza di una persona. Travolto in più di un caso il fondamentale principio di eguaglianza, ora si vogliono espropriare i cittadini di un essenziale strumento di controllo, della loro funzione di "legislatore negativo".
L'aggressione alle istituzioni prosegue inarrestabile. Ridotto il Parlamento a ruolo di passacarte dei provvedimenti del governo, sotto tiro il Presidente della Repubblica, vilipesa la Corte costituzionale, ora è il turno del referendum. Forse la traballante maggioranza ha un timore e una motivazione che va oltre la stessa obbligata difesa di Berlusconi. Può darsi che qualcuno abbia memoria del 1974, di quel voto sul referendum sul divorzio che mise in discussione equilibri politici che sembravano solidissimi. E allora la maggioranza vuole blindarsi contro questo ulteriore rischio, contro la possibilità che i cittadini, prendendo direttamente la parola, sconfessino il governo e accelerino la dissoluzione della maggioranza.
È resistibile questa strategia? In attesa di conoscere i dettagli tecnici riguardanti i quesiti referendari sull'acqua è bene tornare per un momento sull'emendamento con il quale si è voluto cancellare il referendum sul nucleare. Questo è congegnato nel modo seguente: le parti dell'emendamento che prevedono l'abrogazione delle norme oggetto del quesito referendario, sono incastonate tra due commi con i quali il governo si riserva di tornare sulla questione, una volta acquisite "nuove evidenze scientifiche mediante il supporto dell'agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza, tenendo conto dello sviluppo tecnologico e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea". E lo farà entro dodici mesi adottando una "Strategia energetica nazionale", per la quale furbescamente non si nomina, ma neppure si esclude, il ricorso al nucleare. Si è giustamente ricordato che, fin dal 1978, la Corte costituzionale ha detto con chiarezza che, modificando le norme sottoposte a referendum, al Parlamento non è permesso di frustrare "gli intendimenti dei promotori e dei sottoscrittori delle richieste di referendum" e che il referendum non si tiene solo se sono stati del tutto abbandonati "i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente". Si può ragionevolmente dubitare che, vista la formulazione dell'emendamento sul nucleare, questo sia avvenuto. E questo precedente induce ad essere sospettosi sulla soluzione che sarà adottata per l'acqua. Di questo dovrà occuparsi l'ufficio centrale del referendum che, qualora accerti quella che sembra essere una vera frode del legislatore, trasferirà il referendum sulle nuove norme. La partita, dunque, non è chiusa.
Da questa vicenda può essere tratta una non indifferente morale politica. Alcuni esponenti dell'opposizione avrebbero dovuto manifestare maggiore sobrietà in occasione dell'approvazione dell'emendamento sul nucleare, senza abbandonarsi a grida di vittoria che assomigliano assai a un respiro di sollievo per essere stati liberati dall'obbligo di parlar chiaro su un tema così impegnativo e davvero determinante per il futuro dell'umanità.
Dubito che questa sarebbe la reazione dei promotori del referendum sull'acqua qualora si seguisse la stessa strada. Ma proprio l'aggressione al referendum e ai diritti dei cittadini promotori e votanti, la spregiudicata manipolazione degli istituti costituzionali fanno nascere per l'opposizione un vero e proprio obbligo. Agire attivamente, mobilitarsi perché il quorum sia raggiunto, si voti su uno, due, tre o quattro quesiti. Si tratta di difendere il diritto dei cittadini a far sentire la loro voce, quale che sia l'opinione di ciascuno. Altrimenti, dovremo malinconicamente registrare l'ennesimo scarto tra parole e comportamenti, che certo non ha giovato alla credibilità delle istituzioni.

22 aprile 2011



DIFENDIAMO I REFERENDUM DEL 12-13 GIUGNO

OCCHIO A NON FARVI FREGARE!! CONDIVIDETE SULLE VOSTRE BACHECHE. FATE GIRARE L'INFORMAZIONE. NON FACCIAMOCI FREGARE IL FUTURO!!!!
 

Far tornare le api a volare a San Casciano!

L’ape, il simbolo della nostra lista, richiama l’obiettivo di far tornare le api a volare a San Casciano. Un mondo senza api non è a misura d’uomo, è avvelenato e ostile alla vita. L’ape sarà anche il nostro modello di comportamento: le api sono laboriose, sociali, pacifiche e hanno bisogno di un ambiente pulito.

San Casciano Val di Pesa • Laboratorio per un’Altra San Casciano