giovedì 19 febbraio 2009

Apre il cantiere del Laboratorio per l'Alternativa

Venerdì 20 febbraio
Alle ore 21,15
Presso la Biblioteca Comunale di San Casciano


ASSEMBLEA PUBBLICA


Di presentazione del manifesto e di organizzazione del cantiere per definire il PROGRAMMA e la LISTA per le prossime elezioni.

Sono invitati all’iniziativa:

il circolo di San Casciano di RIFONDAZIONE COMUNISTA
un rappresentante della LISTA VERDE provinciale
il sen. Pancho Pardi di Italia dei Valori

giovedì 12 febbraio 2009

Costruiamo insieme un laboratorio per l'alternativa a San Casciano Val di Pesa

Vogliamo costruire un laboratorio per l'alternativa a San Casciano. Siamo delusi, come molti, troppi, della gestione della cosa pubblica che, anche da parte del centro sinistra, cura più gli interessi privati che quelli della collettività. Crediamo in un economia della sostenibilità, l'unica via, oggi, capace di risolvere la grave crisi strutturale che attraversiamo.



Chi siamo
Siamo persone di diversa estrazione e provenienza, ma tutti molto delusi dalla politica svolta dal centro sinistra.
Delusi perché non viene proposta una reale alternativa al modello economico e di sviluppo esistente, che noi avvertiamo come ingiusto, non solidale verso il resto del pianeta e insostenibile dal punto di vista ambientale.
Delusi perché queste forze dove governano gestiscono il potere con arroganza, senza capacità di ascolto della società, condizionate dai poteri economici forti in nome di una logica che dichiara interesse pubblico qualunque intrapresa economica .
Delusi perché nel nostro territorio le amministrazioni locali consentono una cementificazione del territorio ed una distruzione di quelle che sono ricchezze pubbliche di interesse collettivo, quali l’acqua pubblica, l’ambiente, il paesaggio storico, l’identità dei luoghi e la loro bellezza, la salute di tutti.
Diversi tra noi si riconoscono nelle battaglie condotte negli anni scorsi dai coordinamenti ambientalisti per la difesa del territorio, e sono stati attivi nelle vertenze più significative contro la variante Laika, contro la crescita dell’edificazione, contro l’ipotesi di inceneritore e centrale a turbogas a Testi.
Altri tra noi provengono da esperienze di associazionismo, di solidarietà, di impegno per la comunità.

Che cosa vogliamo
Una alternativa a questa politica, che faccia pulizia dell’affarismo, delle trattative condotte senza trasparenza, delle decisioni prese in luoghi non istituzionali, della falsa partecipazione fatta di assemblee nelle quale si “informa” la cittadinanza sulle scelte già prese altrove.
Una alternativa al modello di sviluppo basato sul mito della CRESCITA INFINITA, sull’idea che possiamo continuare senza limiti a consumare suolo libero, a pompare acqua dal sottosuolo, a dissipare energia, ad inquinare aria ed acqua, a costruire case e capannoni. Le risorse hanno dei limiti, e l’economia che rispetti questi limiti è proiettata nel futuro perché protegge per le generazioni future i beni fondamentali per la vita. Proponiamo il ritorno ad uno modello di vita sobria dove non manchi tutto ciò che serve ma si rifiuti tutto l’inutile che ci viene propinato, dove al posto di improbabili investimenti finanziari sia il risparmio a farci arricchire. Rifiutiamo l’idea che le merci debbano contare più dei beni reali che sono l’istruzione e la cultura, l’esistenza di relazioni umane, la vivibilità dei luoghi, il diritto ad un lavoro sicuro, la libertà e la possibilità di decidere del proprio futuro, la salubrità dell’ambiente e il diritto alla salute, il rispetto per tutte le forme del vivente, consapevoli di non essere soli su questa terra.
Una alternativa per il futuro del nostro territorio, che sia basata sullo stop al consumo di suolo, sulla agricoltura pulita e di qualità, sul turismo sostenibile, sulle energie rinnovabili, su attività produttive innovative e compatibili con la salvaguardia del nostro paesaggio, sul mantenimento insomma di una attrattiva e di una bellezza che sono qualità di vita per chi ci vive ma anche risorsa e garanzia per le future generazioni.
In particolare abbiamo già chiesto (in tutte le occasioni che ci sono state offerte) e richiediamo con forza:
Una alternativa immediata alle scelte sbagliate fatte dall'attuale amministrazione, a partire dal NO al protocollo d'intesa tra comuni e Società Sacci che individua nel Chianti un polo di energia (centrale a turbogas), trattamento rifiuti (inceneritore) e produzione del cemento (cementificio esistente). Tre attività di altissimo impatto ambientale che dovrebbero convivere nell’area di Testi, del tutto inadatta, unicamente perché gli interessi privati della società Sacci e della multinazionale dei veleni Trafigura vogliono là puntare sul business dell’incenerimento dei rifiuti e delle energie fossili, scelta sbagliata alla quale noi opponiamo una gestione alternativa e virtuosa del ciclo dei rifiuti e l’investimento sulle energie rinnovabili.
Una alternativa anche al futuro prefigurato dal Piano Strutturale, che punta su una massiccia crescita della residenza e della cementificazione del suolo, con l’obbiettivo di rilanciare l’economia a partire dalla costruzione di nuove case e di nuovi capannoni. Scelta alla quale ci opponiamo perché in una fase di decrescita demografica fare nuovi appartamenti a mercato libero vuol solo dire puntare sulla speculazione immobiliare, mentre noi crediamo in grandi incentivi alla ristrutturazione ecologica e sostenibile delle abitazioni esistenti, ad investire sul recupero delle brutte e degradate zone industriali fatte costruire nel passato, a dare risposta alle esigenze delle famiglie e dei soggetti deboli con interventi mirati e innovativi a minimo consumo di suolo.

Che cosa proponiamo
L’apertura di un cantiere, che noi chiamiamo Laboratorio per l'Alternativa, aperto a tutti i cittadini onesti e di buona volontà ed alle forze associate che si riconoscano nei pochi punti sopra citati e che costruisca dal basso un vero e proprio Programma per San Casciano ed una lista di persone capaci ed affidabili sul quale si fondi una Lista per l'Alternativa alle prossime elezioni amministrative, per far contare il punto di visto di quanti non si riconoscono in scelte amministrative sbagliate e in modi di gestire la politica da notabilato.
La nostra proposta non è isolata, iniziative analoghe stanno maturando nei Comuni vicini e nella città di Firenze, spesso nascendo da una esperienza diffusa che è quella dei comitati per la difesa del territorio, delle aggregazioni spontanee dei cittadini fuori dalle forme tradizionali della politica.

domenica 9 settembre 2007

Laika, i comitati ricorrono a Napolitano

La Repubblica di Firenze, 09/09/2007

Dopo il caso Monticchiello le contestazioni sulla variante "investono le politiche della Toscana"

Sarà addirittura il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a doversi occupare del «caso Laika», il nuovo insediamento industriale previsto da una variante a San Casciano Val di Pesa ma contestato dagli ambientalisti. Le associazioni riunite nel «Coordinamento contro la variante Laika» hanno infatti presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per contestare la legittimità amministrativa degli atti che hanno portato Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di San Casciano ad una scelta che gli ambientalisti reputano sbagliata.

Il ricorso al capo dello Stato viene motivato in base al fatto che il «"caso Laika" non può essere considerato soltanto una questione locale, ma va visto nel quadro della contestazione radicale della politica urbanistica in Toscana portata avanti in questi ultimi mesi dalla "Rete dei Comitati per la difesa del Territorio" e che ha trovato il dovuto rilievo sulla stampa nazionale dopo il "caso Monticchiello"».

Con il ricorso le associazioni ambientaliste chiantigiane intendono sollevare una questione di legittimità degli atti in sede di giustizia amministrativa, in quanto ritengono insussistenti i motivi di interesse pubblico, non valutati i reali effetti ambientali dell´intervento, nonché violate le stesse norme regionali sul governo del territorio.

«L´intera variante urbanistica - si legge in una nota del Coordinamento - si presenta come una vera e propria legittimazione a posteriori di una scelta operata con modalità discutibili, ad esclusivo vantaggio dell´azienda proponente, mentre il danno complessivo che ne deriverebbe all´ambiente, al paesaggio, all´interesse collettivo e alle potenzialità economiche del territorio non è stato per nulla valutato dagli organismi competenti».

Il ricorso è firmato da Roberto della Seta, presidente nazionale di Legambiente, Stefano Leoni, vice presidente nazionale del Wwf e da Giovanni Ricasoli-Firidolfi, presidente della Fondazione per la tutela del territorio del Chianti Classico.

«L´impegno diretto di esponenti nazionali delle associazioni ambientaliste - scrive il Coordinamento - testimonia della importanza e del carattere esemplare che riveste tale vertenza, in una situazione nella quale le amministrazioni locali sono prese da una insana "febbre del mattone"».

sabato 7 aprile 2007

San Casciano Laika raccoglie solo proteste

Andrea Ciappi, La Nazione Firenze, 07-04-07

Esposto alla Corte dei Conti: «Spese inutili dal Comune»

A Ponterotto, sotto il tetto non ancora costruito di Laika, non si può certo dire che vi sia ‘siccità’: piovono tegole. L’ultima si è materializzata ieri sottoforma di un esposto alla Corte dei Conti da parte di Legambiente ‘Il Passignano’, Wwf sezione Firenze, Italia Nostra, Associazione per la tutela dell’Ambiente di S.Casciano, ‘Amat’ Montespertoli, Fondazione per la tutela del Chianti Classico.

Le stesse firme avevano siglato l’esposto alla Procura della Repubblica sull’iter della variante. Perché coinvolgere la Corte dei Conti? «Per una consulenza su Laika del Comune di S.Casciano» spiegano i firmatari.

SOTTOACCUSA
Contestata un consulenza esosa richiesta nel 2004 ad un professionista

Che nella serata di ieri precisano con un documento: «S.Casciano ha dato nel novembre 2004 un incarico di consulenza ad un professionista, del quale non mettiamo assolutamente in discussione né l’operato né l’onestà – viene, puntualizzato - al fine di ‘controllare l’operato’ dei progettisti incaricati da Laika per avere una certa qualità del progetto edilizio.

Questo in una fase nella quale la variante non era neppure adottata, e in un momento nel quale non era neanche stata attuata la valutazione integrata sulla sostenibilità dell’intervento stesso (gennaio 2006).

QUINDI, in nome di un presunto interesse pubblico, prima ancora di aver concluso l’iter urbanistico di una variante si affianca ai progettisti privati un professionista pagato dal Comune con soldi pubblici per
garantirsi che il progetto edilizio non sia troppo impattante».

TRE ANNI FA, essendoci una specifica delibera di giunta, La Nazione si occupò di questa consulenza: il Comune l’aveva attivata per avere un quadro il più possibile preciso e completo in una situazione che si prefigurava complessa dovendosi trasferire lo stabilimento dell’azienda leader per i caravan da Sambuca a Ponterotto.

OGGI la variante è passata al vaglio dell’amministrazione sancascianese e della commissione ambiente della Provincia. Sono però pendenti i due esposti: quello alla Procura, e l’ultimo di ieri alla Corte dei Conti.

martedì 6 marzo 2007

Verdi contro la variante Laika di S.Casciano

Comunicato stampa, 6/3/2007

Verdi contro la variante Laika di S.Casciano appena approvata dal Consiglio Comunale
Appello ai Verdi tedeschi e sostegno alle posizioni delle associazioni

I Verdi sono l'unica forza di centrosinistra a dichiararsi contrari alla variante Laika, considerandola uno scempio ambientale e contemporaneamente una presa di giro ai danni dei lavoratori, che non hanno le giuste e reali garanzie di occupazione, nonostante le rassicurazioni dell'amministrazione di S.Casciano.

'Per questo', dichiarano Luca Ragazzo, Capogruppo dei Verdi in Consiglio Provinciale e Mauro Romanelli, portavoce regionale dei Verdi, 'sosteniamo pienamente la presa di posizione delle associazioni e dei comitati, Legambiente Il Passignano, WWF sez. Firenze, Italia Nostra, associazione per la tutela dell'ambiente di San Casciano, AMAT Montespertoli, Fondazione per la Tutela del Chianti Classico'.

'Ci ritroviamo pienamente nelle loro riflessioni che evidenziano quanto la contrapposizione tra valori ambientali e valori economici-lavorativi sia fasulla e strumentale. Operazioni come quella della Laika a San Casciano o l'inceneritore di Rufina, sito in una zona ad alto pregio paesaggistico e con prodotti DOC e biologici, sono un vero suicidio economico a fronte del dubbio beneficio di insediamenti industriali che oggi ci sono e che domani potrebbero non esserci più, magari perché trasferiti in Romania o in Cina'.

'Annunciamo perciò', concludono Ragazzo e Romanelli, 'che manderemo il testo dell'appello contro la variante Laika ai Verdi tedeschi, accompagnandolo con una nostra lettera: speriamo che con uno sforzo congiunto che va dal Chianti Fiorentino alla Germania (dove risiede la ditta madre) i Verdi possano far luce sulle reali strategie aziendali del gruppo Laika e su quanto realmente l'azienda punti sul nuovo stabilimento'.

Luca Ragazzo, Capogruppo dei Verdi in Consiglio Provinciale.
Mauro Romanelli, Portavoce regionale Verdi della Toscana

giovedì 1 marzo 2007

Caso Laika, per gli ambientalisti è 'speculazione immobiliare'

Greenreport, 01/03/2007

SAN CASCIANO (Firenze). Ieri il consiglio comunale di San Casciano ha approvato a maggioranza la variante Laika. Una decisione annunciata da tempo, nonostante la lunga battaglia delle associazioni ambientaliste che anche in quest’ultimo atto istituzionale segnalano le ennesime sorprese negative da parte dell’azienda.

«All’azienda era stata richiesta la visione del tanto propagandato piano industriale di Laika – si legge nella nota a firma di Legambiente “Il Passignano”, Wwf sezione Firenze, Italia Nostra, Ascta, Amat, fondazione per la tutela del chianti classico - che dovrebbe garantire i benefici sull’occupazione derivanti da questa cementificazione. L’azienda ha risposto con arroganza che di dati ne sono stati forniti sin troppi e che comunque si manterrà fede agli impegni presi, non si sa dove e non si sa con chi, visto che nessuno ha mai dichiarato pubblicamente quanti addetti resteranno alla Laika dopo la costruzione del nuovo insediamento».

I dati fino forniti finora all’opinione pubblica dall’azienda sono quantomeno contraddittori: Laika spa dichiara crescita costante dell’occupazione e invece da 4 anni perde costantemente addetti (da 250 a 233 nel 2006), dichiara aumento costante della produzione e invece nell’ ultimo anno perde fatturato e quote di mercato (dimezzata nel 2006 la vendita di Motorhome, quasi 10 milioni di euro in meno).

Il sospetto secondo gli ambientalisti è che al di là dell’impatto ambientale «questa operazione nasconde una speculazione immobiliare; Laika sfrutterà la rendita di posizione derivante dal paesaggio nel quale si inserisce per “costruire” una immagine sul mercato accattivante e di prestigio ai propri caravan, e capitalizzerà al contempo gli introiti della vendita dei propri capannoni a Sambuca, dove peraltro il comune di Tavarnelle aveva previsto 15 ettari di nuova espansione».

domenica 28 gennaio 2007

Rischio di casi Laika più che Monticchiello

La Repubblica, 28 Gennaio 2007

LEGAMBIENTE Cauto sì al Pit, a differenza di Italia Nostra e WWF

Tutela e avviso reddito, non rendita

'Rischiamo più casi Laika che casi Monticchiello'. Quasi una battuta quella del direttore di Legambiente toscana Fausto Ferruzza. Una battuta con un grande potere evocativo però a proposito di quello che Legambiente pensa delle nuove norme urbanistiche del 'Pit', il piano d'indirizzo territoriale che il governo regionale porterà sui banchi del 'parlamentino' toscano entro l'estate. Per mesi e mesi Ferruzza, assieme a Roberto Cecchi dell'Associazione Ambiente e lavoro, ha partecipato alla elaborazione del Pit. Proposte, richieste di modifiche, dibattiti: 'E se nelle prime bozze il Pit era più 'sviluppista', il risultato ora è che abbiamo un testo condivisibile, innovativo in molte parti', dicono Ferruzza e Cecchi.

Un giudizio favorevole che si stacca da quello di Italia Nostra e Wwf, che hanno scelto di ritirarsi dal tavolo della concertazione regionale. Un giudizio che divide il mondo ambientalista toscano: 'Con l'accordo raggiunto col ministro dei beni culturali Rutelli si è anche aggiunto il tassello mancante della tutela del paesaggio'. E sommato alle innovazioni del Pit, all'esame di 'contabilità ambientale' per i singoli interventi, secondo Ferruzza e Cecchi, la normativa che è venuta fuori è di sicuro 'avanzata'.

Una polizza d'assicurazione contro i casi Monticchiello? 'Non esistono polizze contro la speculazione, non possono esistere norme decisive di questo tipo - dicono Legambiente e Ambiente e lavoro - ma le direttive del Pit diminuiscono di sicuro il rischio'. La stessa decisione di avviare la verifica su tutte le vecchie operazioni urbanistiche che non hanno ancora prodotto convenzioni tra Comuni e privati è un fatto importante: 'Inserito nel Pit per effetto delle nostre richieste', dicono Ferruzza e Cecchi.

Quanto all''Avviso pubblico' per i grandi progetti urbanistici, lo strumento che consente ai Comuni di scegliere tra i progetti presentati dai privati e di localizzare l'intervento solo dopo la scelta, aiuta a depotenziare la pressione della rendita. Certo, dicono Ferruzza e Cecchi, 'da solo non è in grado di invertire un modo di gestire che consuma territorio e favorisce la rendita.

Ma è comunque il primo passo per la creazione di una cultura di governo: 'Il Pit che individua il corridoio tirrenico come asse regionale deve fare i conti, del resto, con le spinte fiorentine che vorrebbero un modello monocentrico, il capoluogo da cui tutto s'irradia'.

Un giudizio positivo. Che non esclude però anche qualche perplessità: 'Non è ancora chiaro quale sia il criterio dirimente tra i limiti all'edificazione nei Piani strutturali e l'uso sostenibile del territorio in vista di un rilancio degli investimenti produttivi a scapito di quelli speculativi', dicono Ferruzza e Cecchi. Il rischio insomma, visto che l'assessore regionale all'urbanistica Riccardo Conti parla sempre di 'favorire il reddito e non la rendita', che ci siano sì meno casi Monticchiello, ma più casi come quello della Laika a San Casciano: 'Uno stabilimento grande quanto una torre gemella messa per orizzontale che, oltretutto, non dà assicurazioni per i dipendenti e per il futuro'.

Ma anche per questo Ferruzza e Cecchi rivolgono un appello ai cugini ambientalisti oggi separati: 'Con loro saremmo più forti, vorremo che tornassero con noi a discutere di queste cose'.

(m.v.)
 

Far tornare le api a volare a San Casciano!

L’ape, il simbolo della nostra lista, richiama l’obiettivo di far tornare le api a volare a San Casciano. Un mondo senza api non è a misura d’uomo, è avvelenato e ostile alla vita. L’ape sarà anche il nostro modello di comportamento: le api sono laboriose, sociali, pacifiche e hanno bisogno di un ambiente pulito.

San Casciano Val di Pesa • Laboratorio per un’Altra San Casciano