giovedì 26 gennaio 2012

Solidarietà agli arrestati e agli incriminati No Tav

Cremaschi: "Solidarietà agli arrestati e agli incriminati No Tav, tra essi un dirigente della Cgil"

Esprimiamo piena solidarietà agli arrestati e agli incriminati per aver partecipato al movimento No Tav in Valle Susa.

Quello che è stato realizzato è un atto repressivo inaccettabile, che colpisce semplicemente manifestanti di tutti i tipi e di tutte le appartenenze, dai giovani dei centri sociali ai consiglieri comunali, dai pensionati ed invalidi a dirigenti della Cgil, come il compagno Giuseppe Tiano della Filctem di Cosenza, incriminato anch'egli.

Non è così che si affrontano le proteste democratiche e le questioni sociali. Non con la militarizzazione del territorio, nè con la sordità istituzionale, accompagnata dalle misure repressive. Nulla avviene mai a caso, e se questa ondata di arresti significa che di fronte alla crescente protesta sociale del paese per la crisi drammatica che stiamo attraversando, si vuole reagire con misure legge-ordine, bene, questa è una ragione in più per sostenere le lotte e le mobilitazioni e per esprimere solidarietà agli incriminati.

Invitiamo al massimo di partecipazione a tutte le iniziative di solidarietà e di mobilitazione che si svolgeranno nei prossimi giorni, al fianco del popolo della Valle Susa, al fianco degli arrestati.

domenica 22 gennaio 2012

Il governo Monti fa marcia indietro:la ripubblicizzazione dell'acqua è possibile


Il Governo Monti fa marcia indietro: la ripubblicizzazione dell'acqua è possibile
La mobilitazione paga: il popolo dell'acqua ha costretto il Governo a ritirare il provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali.
È una vittoria dei cittadini e dei comitati che in tutto il paese hanno fatto sentire forte la loro voce in difesa del voto referendario.
Rimane ampiamente negativo il giudizio del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sul decreto liberalizzazioni che, a dispregio voto del giugno scorso, peggiora le già pessime misure del precedente Governo sulla privatizzazione degli altri servizi pubblici locali.
La mobilitazione del popolo dell'acqua continua per la piena attuazione del risultato referendario: avanti tutta con la ripubblicizzazione del servizio idrico e la campagna di obbedienza civile per una tariffa corretta e coerente coi referendum. Si scrive acqua, si legge democrazia.

Roma, 20 gennaio 2012
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Anche in Toscana la mobilitazione è servita
GRAZIE A TUTTI
Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua
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venerdì 13 gennaio 2012

Appello "Giù le mani dall'acqua e dalla democrazia"

Come consigliere comunale di Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista e per il gruppo consiliare ho firmato l'appello lanciato ieri dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua. Mi pare una prima iniziativa per difendere il risultato referendario messo a rischio dai progetti di liberalizzazione del governo Monti.
Di seguito il testo integrale dell'appello

Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto. Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.
Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti. A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente Governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato. 
Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto alla egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia.

Noi non ci stiamo. 

L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.  I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria. Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.

Chiediamo con determinazione al Governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa. 
Chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.
Chiediamo alle donne e agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.

Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua


giovedì 22 dicembre 2011

Laika: approvato in Consiglio Comunale l'accordo integrativo

CONSIGLIO COMUNALE SAN CASCIANO VAL DI PESA 19 DICEMBRE 2011
ACCORDO INTEGRATIVO DELLA CONVENZIONE URBANISTICA DEL 30.10.2008 TRA IL COMUNE DI SAN CASCIANO VAL DI PESA E LA SOCIETA' LAIKA PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPLESSO IN LOCALITA' PONTEROTTO

La delibera è stata approvata con il voto favorevole del PD e PDL e il voto contrario di Laboratorio per un'Altra San Casciano-Rifondazione Comunista. Assente Futuro Comune e UDC.

Intervento di Lucia Carlesi, capogruppo Laboratorio per un'Altra San Casciano-Rifondazione Comunista.

ll cantiere Laika è stato aperto dopo dieci anni di procedure burocratiche che si sarebbero benissimo potute evitare se per il nuovo stabilimento fosse stata individuata fin da subito un'area industriale idonea, anziché terreni agricoli. Rendita immobiliare abbiamo detto e nessuna garanzia per l'occupazione. Infatti ancora oggi le maestranze della Laika lavorano in capannoni insalubri, senza neanche aver avuto la possibilità di utilizzare lo stabilimento di Sambuca, ottenuto anche quello con variante urbanistica ad hoc, mai utilizzato e ora messo in vendita dalla proprietà. Anche la convenzione stipulata fra Laika e Comune non prevede alcun divieto rispetto al cambio di destinazione d'uso dell'immobile, ma solo un impegno dell'azienda.
La falsa area archeologica è l'artificio tramite il quale si consente la costruzione dello stabilimento come da progetto. Sarebbe bastato rivedere la planimetria del capannone, un'operazione di buon senso certo non più complessa della realizzazione del parco archeologico fasullo, per salvare i ritrovamenti, evitando di mettere così in conflitto l'interesse pubblico e la salvaguardia di un patrimonio culturale ed archeologico con la dignità del lavoro e i diritti dei lavoratori.
In modo strumentale si è voluta attribuire a chi difende il territorio e il patrimonio culturale la responsabilità dei ritardi nella realizzazione dello stabilimento Laika, contrapponendo ancora una volta ambiente e lavoro, quando è chiara la responsabilità dell'amministrazione che in 10 anni non ha saputo dare una risposta concreta a questo problema
E di fronte a quella che noi riteniamo un'operazione di rendita immobiliare della multinazionale, l'amministrazione di San Casciano ha investito proprie risorse per un progetto di rimozione e ricollocazione dei reperti, che a nostro avviso non rappresenta l'interesse pubblico, e lo ha fatto senza neanche dichiarare l'impegno economico a cui dovrà far fronte per vari anni.
Questo abbiamo affermato nel nostro odg del 29 settembre nonostante l'attacco condiviso in modo bipartisan da centro sinistra, centro destra e lista civica.
Adesso, dopo la ratifica dell'accordo stipulato ad ottobre fra comune di San Casciano, Soprintendenza, Ministero, Regione Toscana e Laika, il consiglio comunale di San Casciano è chiamato a deliberare sull'integrazione alla convenzione Laika del 2008 per adeguare la convenzione stessa al progetto di rimozione e ricollocazione dei reperti etruschi e romani rinvenuti a Ponterotto.
Facciamo alcune considerazioni politiche in merito, fermo restando la nostra posizione contraria:
  1. Soltanto oggi viene comunicato al consiglio la quantificazione della spesa e si indicano le modalità di copertura attraverso un'integrazione della convenzione
  2. Riteniamo invece che fosse competenza del consiglio comunale esprimersi preventivamente su spese che impegnano i bilanci per gli esercizi successivi
  3. Il fatto che ora tramite l'approvazione della convenzione si faccia questo passaggio in consiglio rende chiaro che i nostri dubbi e le nostre perplessità erano fondate. Se per assurdo oggi questa convenzione non fosse approvata dal consiglio, si aprirebbe una grave contraddizione rispetto all'accordo stipulato ad ottobre
  4. L'amministrazione si impegna per 100 mila euro, cifra che Laika anticipa e il comune si impegna a restituire in 10 anni. Sarebbe stato ragionevole e opportuno che il privato si assumesse l'intero onere dell'intervento, visto che i vantaggi li ha ottenuti tutti. Si interviene su un bene pubblico (i ritrovamenti) rinvenuti su area privata e anziché adeguare l'intervento edificatorio (cosa fattibilissima) si è scelta la strada della rimozione e ricollocazione che a nostro parere non può essere definita valorizzazione. I reperti vengono rimossi per consentire l'intervento inamovibile del privato e dobbiamo anche pagare per consentirlo.
Come abbiamo già sostenuto sulla base di autorevoli pareri tecnici, se i reperti sono rilevanti è assurdo pensare ad una rimozione; i ritrovamenti dovrebbero rimanere nella loro sede, il progetto del privato si adegua e allora sarebbe evidente l'interesse pubblico rispetto alla valorizzazione di un'autentica area archeologica. Invece il progetto presentato e la rimozione dei reperti determina vantaggi solo per il privato; in questo contesto ci saremmo aspettati che questo privato si facesse carico interamente dei costi, minimi se si pensa agli ingenti fondi pubblici di cui Laika ha beneficiato.100 mila euro rappresentano mediamente il costo di un camper e mezzo, com'è possibile non aver ottenuto nella contrattazione con il privato la copertura economica di tutta l'operazione?
  1. Così come desta perplessità la predisposizione del computo metrico, presentato ad agosto senza importi e senza che nessun tecnico l'abbia firmato; ora appaiono gli importi e dalla documentazione relativa alla variante comprendiamo che era stato redatto da Laika. Ad alimentare la confusione il computo metrico presentato ora si differenzia da quello allegato alla delibera di giunta dell'ottobre 2011 nella descrizione e attribuzione delle voci, ma parrebbe chiaro l'intervento del comune nell'opera di rimozione, quindi si presuppone un aggravio nell'impegno economico dell'amministrazione

Infine due ultime riflessioni di carattere generale
La prima:
è paradossale e al tempo stesso preoccupante che la voce del dissenso solo per essere tale venga definita calunnia. Si dimentica che il confronto democratico, anche quando si fa duro e aspro, è garantito se non si demonizza l'avversario, a meno che non si voglia togliere legittimità a chi fa opposizione politica e contesta scelte magari avvallate ai massimi livelli, ma non per questo esenti dal poter essere criticate. Fino ad oggi l'abbiamo chiamata democrazia.
Perché in una democrazia rappresentativa non conta unicamente chi ha il diritto/dovere di governare, Bene dunque ribadire che anche chi non ha raggiunto la maggioranza concorre a fare politica esprimendo una voce diversa, un dissenso, una controproposta che deve avere spazio e riconoscimento per alimentare un confronto di idee che è garanzia di libertà e democrazia.
E per ultimo una valutazione politica sull'intera vicenda:
Noi abbiamo rappresentato e continueremo a farlo un altro modo di coniugare diritto al lavoro e diritto all'ambiente, e abbiamo indicato un'altra modalità con cui le pubbliche amministrazioni devono lavorare in modo trasparente per l'interesse generale della collettività.
Il trasloco degli etruschi di Ponterotto è diventato un caso emblematico ed ha avuto risonanza nazionale perché ha posto chiaramente sotto gli occhi di tutti le contraddizioni e l'inadeguatezza delle politiche economiche di quelle forze di governo che proprio in Toscana svendono beni comuni e territorio, ferme ad un modello ormai superato di sviluppismo senza futuro: una cartolina della Toscana sempre più deteriorata, ci pare.

La difesa del paesaggio, del patrimonio storico e culturale, della “bellezza” di un territorio non sono né un lusso riservato a pochi, né un “capitale” da poter mettere in vendita di fronte alle logiche di un'economia di mercato sempre più devastanti, ricattatorie e rappresentative degli interessi di pochi. Costituiscono invece un valore assoluto, un bene comune non negoziabile, sul quale fondare una proposta di riconversione economica equa e sostenibile, l'unica strategia in grado di garantire qualità della vita alle nostre comunità. In questa prospettiva Il territorio è il vero patrimonio collettivo, quel valore aggiunto che va difeso piuttosto che consumato e distrutto.
Queste sono le nostre proposte che non smetteremo di sostenere, sentendoci parte di un movimento sempre più vasto che chiede grandi cambiamenti alla politica e alle istituzioni.
La vicenda Laika dimostra in modo inequivocabile la necessità di trovare risposte innovative e coraggiose per superare positivamente le contraddizioni del presente, acuite oltretutto dall'attuale crisi economica. Chi oggi si è dichiarato vincitore in questa vicenda certamente non ha salvato il passato e non ci pare all'altezza di costruire il futuro.

Lucia Carlesi

martedì 8 novembre 2011

La San Casciano del caso Laika "premiata" da Riccardo Conti

Il modello toscano secondo Riccardo Conti
Paolo Baldeschi su Eddyburg, 06.11.2011

Un convegno molto utile per capire, a San Casciano. Flavio Cattaneo...

Un convegno molto utile per capire, a San Casciano. Flavio Cattaneo (amministratore delegato Terna), Roberto Colaninno (presidente Alitalia), Vito Gamberale (amministratore delegato del fondo F2i, specializzato in investimenti in reti e infrastrutture), Mauro Moretti (amministratore delegato ferrovie italiane). Quattro nomi che interverranno nella giornata conclusiva del convegno "Le reti che fanno crescere l'Italia". Quattro nomi che rappresentano il ponte di comando delle infrastrutture italiane e dei relativi interessi e fin qui siamo all'ordinario lobbismo; ma che assumono un significato particolare se vi aggiungiamo Massimo D'Alema, Riccardo Conti e il ministro Altero Matteoli, i politici che parleranno insieme agli 'imprenditori'. La sede prescelta del convegno, che si terrà dal 10 al 12 novembre, è non casualmente San Casciano in Val di Pesa, il comune la cui pessima gestione del caso Laika per dichiarazione di Conti viene rovesciata in modello esemplare.

Il significato politico dell'incontro è del tutto evidente. Si vuole proporre un tipo di governance basato sull'intreccio fra (presunti) interessi pubblici e interessi privati alimentati con i soldi dei contribuenti. Il tutto in nome di una modernizzazione che ignora i problemi del territorio, della crescente scarsità delle risorse e che neanche i disastri e le alluvioni degli ultimi giorni riescono a riscuotere dal tetragono procedere verso l'insostenibilità sociale ed economica (oltre che ambientale). Una politica che vede il futuro della Toscana nel ruolo di piattaforma logistica dei trasporti e dei traffici nord-sud (meno di quelli est-ovest ha detto Conti con una puntatina di dissenso rispetto a precedenti dichiarazioni del presidente della Regione - quest'ultimo è solamente intervistato nella tre giorni). Un' iniziativa della parte più conservatrice del Pd a difesa delle posizioni di potere nella roccaforte, o presunta tale, toscana e chiaramente contro le timide aperture del governo regionale e la politica riformatrice dell'assessore al territorio, Anna Marson. Riccardo Conti, l'organizzatore, qui si presenta come vicepresidente dell'Associazione Romano Viviani a braccetto con la Fondazione Italianieuropei di Massimo d'Alema. Ma di fatto il suo ruolo è di coordinatore nazionale per le infrastrutture nel Pd, di consigliere di amministrazione di F2i (guarda caso) in rappresentanza del Monte dei Paschi di Siena e, sempre per la 'banca rossa' di consigliere di amministrazione di SAT, la società che deve realizzare la discussa autostrada tirrenica. Il tutto con la benedizione di Altero Matteoli, che di Conti condivide gli stessi interessi infrastrutturali e la stessa idea di una governance territoriale fatta da imprenditori e di politici cointeressati che fanno da riferimento a cooperative rosse e costruttori privati.

Notevole il fatto che nei tre giorni, per lo più popolati da politici e amministratori del Pd cresciuti nelle botteghe del partito e perciò sconosciuti alla società, siano stati invitati docenti universitari di vari atenei nazionali, ma non un solo docente toscano, nel momento che le Università di Firenze, Pisa, Siena formano una rete di atenei per la revisione del Piano di indirizzo territoriale, che a sua volta avrà qualcosa da dire su quali siano le reti che fanno crescere la Toscana. Ma ancora più notevole il fatto che non si accenni, nell'intervista di Conti apparsa su Metropoli (giornaletto locale di proprietà del coordinatore del Pdl Denis Verdini, che qui funge da cassa di risonanza del Pd), né ai movimenti e ai comitati che in Toscana sono attivi, non per contrastare, ma per qualificare in senso moderno, sostenibile e non cementizio lo sviluppo della reti (soprattutto immateriali), né all'opportunità e necessità di partecipazione dei cittadini.

D'altronde la politica come ramo specialistico delle professioni intellettuali che non deve essere condizionata dal 'popolo', vale a dire è sorda nei confronti della società civile, è il nocciolo del pensiero politico di D'Alema. Da qui le alleanze con i vari Matteoli, le pericolose frequentazioni dei Pronzato e dei Penati, il prolungato appeasement nei confronti di Berlusconi. E la triplice veste di Conti - che Bersani continua a ignorare - con i suoi corposi conflitti d'interessi, dà un pessimo segnale di contro-rinnovamento (dove il rinnovamento non è certo quello ultraliberistico di Renzi) e delude chi ancora spera nelle capacità del partito democratico di liberarsi dai condizionamenti delle conventicole affaristiche.

Quando la nausea mi assale succhio uno spicchio di limone. Quando ascolto storie come questa torno a leggere questo testo. Lo consiglio anche a voi

mercoledì 26 ottobre 2011

Regolamento Urbanistico: a San Casciano ancora cemento e nuovo consumo di suolo

Lo scorso 10 ottobre il Consiglio Comunale di San Casciano ha adottato il nuovo Regolamento Urbanistico, l'atto di governo del territorio che delinea gli interventi urbanistici per i prossimi cinque anni. La nostra lista ha espresso un netto voto contrario ed è stata l'unica voce di chiaro dissenso.
L'amministrazione presenta un piano definito sostenibile, ma la realtà è ben diversa: 22500 mq nei centri abitati e 8300 mq nel territorio aperto di nuova superficie residenziale (equivalenti a circa 1200 abitanti), oltre all’aumento delle superfici produttive, commerciali e turistiche. Un carico urbanistico rilevante che ci viene proposto senza che sia dimostrata la compatibilità degli interventi proposti con le attuali criticità, prima fra tutte la carenza idrica, per la quale si rinvia ad una serie di “misure di mitigazione”: ma tutti conosciamo le inadempienze di Publiacqua e non crediamo che interventi promessi da molti anni possano miracolosamente arrivare nel breve periodo. Né è stata fatta un'analisi relativa al mercato di domanda e offerta abitativa nel nostro comune.
Il consumo di suolo è notevole. Si dismettono diverse aree artigianali e si convertono in residenze , contemporaneamente si propongono nuovi insediamenti produttivi, localizzati ai confini dei perimetri urbani. Tutto senza che sia stato minimamente verificato lo stato di utilizzazione del patrimonio edilizio: non sappiamo quanti volumi (residenziali, commerciali o produttivi) sono al momento attuale inutilizzati. Si giustifica l'incremento abitativo e il consumo di suolo con la necessità di garantire una casa alle fasce deboli della società. In realtà la piccola quota prevista per gli appartamenti in convenzione non potrà risolvere le reali problematiche sociali che invece sarebbero meglio tutelate prevedendo e favorendo il riuso e la ristrutturazione di edifici in abbandono per realizzare abitazioni per giovani, immigrati, anziani.
Desta sconcerto il destino dell'asilo del Bargino, vero fiore all'occhiello della proposta formativa del nostro comune, del quale (invece di provvedere alla ristrutturazione) viene proposta la vendita per farne una villetta, con un generico impegno per la costruzione di una nuova scuola. Di certo possiamo dire che l'adeguamento alla normativa antisismica dell'asilo, necessaria anzi urgente, non si realizzerà.
E il territorio aperto? Scompare il Parco della Pesa inteso come progetto integrato; rimane solo una ristretta fascia a verde attrezzato. Per il corso della Greve non si prevede nessuna forma di salvaguardia. Per il rilancio di attività coerenti con il nuovo modello di sviluppo del quale la Toscana ha bisogno per uscire dalla crisi, come quelle agricole sostenibili, il piano non si pronuncia. E invece da qui vogliamo partire per rappresentare una gestione del nostro territorio economicamente e socialmente sostenibile.


San Casciano Val di Pesa, 21 ottobre 2011
LABORATORIO PER UN'ALTRA SAN CASCIANO-RIFONDAZIONE COMUNISTA

Le archeopatacche del Presidente della Gran Toscana Enrico Rossi

Per chi ha ancora qualche illusione su cosa ne faranno di Gonfienti, in particolare su quello che ne farà Enrico Rossi, si veda dello scempio fatto a San Casciano (a Firenze) con i soldi della Laika, ovvero spostare il sito archeologico, sì letteralmente spostare il sito archeologico da un'altra parte con il bene placito della Soprintendenza!, per dare questo santo benedetto lavoro a un tot numero di gente, dice lui, ma in realtà per intascare i soldi della balla-laika.
In una recente intervista il presidente ha detto che lui è per il paesaggio, e per questo lo tutela con i capannoni, che meglio delle villette oppure con qualche roba da turismo invasivo.
Leggete, e capite di che sinistra sostanza son fatti questi nostri am-minestratori.

Maila Ermini su Primavera di Prato

Vedi anche Maila Ermini mette nero su bianco la storia della battaglia di Gonfienti
 

Far tornare le api a volare a San Casciano!

L’ape, il simbolo della nostra lista, richiama l’obiettivo di far tornare le api a volare a San Casciano. Un mondo senza api non è a misura d’uomo, è avvelenato e ostile alla vita. L’ape sarà anche il nostro modello di comportamento: le api sono laboriose, sociali, pacifiche e hanno bisogno di un ambiente pulito.

San Casciano Val di Pesa • Laboratorio per un’Altra San Casciano